MNS (RC): “Tra i due litiganti il terzo… muore”

Se la città non fosse in queste pietose condizioni i litigi da cortile ai quali questa Giunta comunale fa assistere i reggini sarebbero già certamente stucchevoli. Ma Reggio è in ginocchio e i suoi cittadini stanchi, troppo stanchi per sopportare battibecchi da pollaio, ripicche personali, lotte intestine che mostrano evidente tutta la disorganizzazione ed il malumore che si respira in seno all’Amministrazione Falcomatà targata ancora PD. Tutte insoffribili questioni di carriera politica personale, di ambizioni sterili rispetto a quella che dovrebbe essere l’attività amministrativa resa in funzione della cosa pubblica. E mentre Sindaco e Assessore indugiano sui quotidiani in reciproci attacchi, i servizi non esistono, nemmeno quelli essenziali, il disordine condensa in città, sulle cui strade regna l’anarchia, la legge del più forte tornata a farla da padrone. Il patrimonio arboreo del Lungomare cede sotto i colpi dell’incuria, le voragini si aprono nel nero dell’asfalto e gli scippi in termini di finanziamenti e presidi istituzionali si perpetrano nell’indifferenza di coloro che sono stati chiamati, per mandato elettorale, non soltanto a gestire il territorio, ma a difesa delle sue prerogative. Non c’è tempo né spazio per risolvere il problema della carenza idrica, né quello della disoccupazione in città, perché precedenza assoluta viene riservata alle beghe personali. Si decidono le sorti della amministrazione a partire dal suo apparato burocratico per finire all’esecutivo non sul fondamento meritocratico o in termini di utilità per il miglioramento gestionale a vantaggio della comunità, ma sulla base di rivalse e rappresaglie che esulano da ogni considerazione sociopolitica. Ma Reggio è stanca per sopportare ancora omiletiche discussioni patendo in questo stato di degradazione, che invece di imbarazzare chi ne è responsabile, resta impietoso sotto gli occhi dei cittadini e di quei pochi turisti giunti in città, in attesa che nuovi equilibri si creino, magari con l’aiuto della minoranza in Consiglio Comunale, sinora tranquillamente accomodata sugli scranni i Palazzo San Giorgio a fare da spettatrice passiva e colpevole di una sceneggiata che sta lambendo la linea di demarcazione dell’assurdo. Mettano subito fine a questa pantomima non degna di chi riveste cariche istituzionali, abbiano rispetto dei cittadini e del ruolo che ricoprono. Si occupino dei gravi problemi che vive la città e di cui sono responsabili dopo questi tre anni di malgoverno in cui hanno anteposto il loro tornaconto politico personale agli interessi supremi della collettività. Se per l’assessore Marcianò i consiglieri comunali del PD, cioè del partito di cui ella è dirigente nazionale e che sostengono la Giunta di cui fa parte, sono i suoi “avversari”, come lei stessa ha affermato, allora non perda ulteriormente tempo e si dimetta,  dimostrando in tal modo che la dignità personale ha la priorità rispetto a qualsiasi prospettiva di carriera politica. Allo stesso modo, se Falcomatà non ripone più alcuna fiducia nel suo assessore con immediatezza la sollevi dal suo incarico. Ma entrambi spieghino alla Città se i motivi dei loro contrasti sono da ricondurre alla gestione del delicato settore dei lavori pubblici oppure, come ai più pare, ad ambizioni personali di carriera politica e a strategie di posizionamento, più o meno “appoggiate” in ambienti romani, per ottenere un posto al sole in vista delle prossime elezioni politiche. Il tutto, ovviamente, giocando sulla pelle della nostra comunità.

Lo facciano in fretta perché nel frattempo tra i due litiganti… Reggio muore.

Il Commissario Provinciale Ernesto Siclari  –  Il Commissario Comunale Franco Germanò 

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