Alle ultime elezioni amministrative ho deciso di appoggiare l’attuale Amministrazione Comunale tanto da dare il mio piccolo contributo scegliendo di candidarmi nella lista “La Svolta” facente capo al Sindaco Falcomatà. La speranza era quella di vedere rinascere la nostra Reggio e rialzarsi dopo i due anni di commissariamento che l’avevano messa in ginocchio. Sognavo di vederla di nuovo “luccicante” così come, a noi reggini, era stata consegnata da altre classi dirigenti. Una città che “volava”… Un prosieguo di quelle azioni tangibilmente buone create in passato e coadiuvate da molte altre novità. Mi sarei aspettata innovazione, giacché l’attuale amministrazione ha ereditato una Reggio che è Città Metropolitana. Mi sarei aspettata un nuovo profilo della nostra città con la realizzazione del magnifico progetto dell’Architetto Zaha Hadid, il “Waterfront”, per il quale i fondi ci sono sempre stati, progetto che invece è stato definanziato. Tutti noi abbiamo creduto in una città “smart”, ma ciò non si è realizzato. Al contrario, sembra quasi che si voglia distruggere anche quanto di bello già esista, trascurando tutte quelle opere già presenti e ormai deteriorate dall’attuale apparente indifferenza che cela, forse, una non azione volontaria. In questo senso nutro grande delusione per l’azione politica che fino ad ora ha messo in campo la Giunta Falcomatà, che avevo sostenuto con la mia candidatura. La voglia di rivivere la nostra città bella come un tempo, piena di sogni e di azioni concrete, sta sfumando giorno dopo giorno. Molti giovani partono, se non addirittura scappano via da qui e la motivazione non vede solo la disperazione dovuta alla mancanza di opportunità professionali, ma anche l’insoddisfazione quotidiana che mostra la nostra città deserta e senza alternative. Tutto è fermo, tutto tace. Per esperienza diretta, posso affermare senza tema di smentita che circa dieci anni fa la nostra città ha vissuto lunghi periodi di benessere, di azioni volte a dare respiro nei momenti liberi ai reggini attraverso eventi sportivi, ricreativi e culturali e anche per mezzo di nuove opportunità professionali. A tal proposito, ricordo la mia esperienza professionale con il progetto “Reggio Passaporto per l’Europa” per il quale, dopo regolare selezione, sono stata scelta, senza alcuna raccomandazione. E’ stata un’esperienza formativa per noi professionisti ed ho ancora il ricordo, di quegli studenti entusiasti di confrontarsi e misurarsi con i giovani di altre nazionalità. Ci sentivamo orgogliosi e fieri di essere reggini. La nostra Reggio, in quegli anni, vedeva presenti in aeroporto anche voli per svariate destinazioni, grazie anche al rapporto instauratosi con Air Malta e con Myair. Adesso, invece, lottiamo per non vedere chiuso l’aeroporto. Oggi siamo al limite. Forse è stato anche superato. In quel periodo c’erano le speranze; speranze concrete che permettevano alla gente reggina di poter rimanere nella propria città a lavorare, a divertirsi nei momenti liberi, a godere degli incontri culturali e sportivi. Una fase reggina fatta da un aumento deciso del turismo e da volumi d’affari oggi ormai lontani per le nostre aziende. Un paio di mesi fa sono stata invitata ad una riunione del costituendo Circolo “Reggio ’70”, che fa capo al Movimento Nazionale per la Sovranità (MNS), durante la quale ho assistito, tra i vari interventi, a quello di Giuseppe Scopelliti, ex Sindaco di Reggio ed ex Governatore della Calabria, attualmente Coordinatore della Direzione Nazionale di MNS. Ascoltarlo e ricordare ciò che era la nostra Reggio mi ha emozionata. Al contempo, quei ricordi hanno risvegliato un istinto che era sopito dalla sconfortante realtà di Reggio così da decidere di fare qualcosa di buono per questa nostra città. Come me, anche molti altri che hanno vissuto a pieno quegli anni possono notare la differenza. Per questi motivi ho deciso, dunque, di aderire al movimento, perché ritengo che sia l’unico partito d’azione che non ha mai smesso di difendere Reggio. Troppa è la delusione e troppo grande è lo sconforto nel vedere la mia città piegarsi sempre di più su se stessa. La vediamo grigia anche se c’è il sole per otto mesi all’anno. In centro come nelle periferie è palpabile la svolta, sì, ma in senso negativo: le attività commerciali che ancora sopravvivono sono in grave sofferenza, gli svaghi non esistono, la città si presenta esteticamente trascurata, degradata, abbandonata a se stessa. Creare turismo e attrazioni per aumentare l’introito economico della città sembra non essere un fattore importante. Potrei continuare con questo elenco ma sono certa che i miei concittadini sappiano già quali possano essere tutte le altre infinite problematiche che la città di Reggio Calabria vive e subisce come una patologia che mi porta a definirla “una città moribonda”. Non mi sarei mai aspettata di vedere che coloro che ho sostenuto con la speranza nel cuore oggi stanno provando a mettere in ombra tutto quanto è stato realizzato dalle precedenti amministrazioni, ma è proprio nel buio che quelle luci risplendono ancora di più. Da ciò e per altre motivazioni, ho deciso che mi sarei riavvicinata al palcoscenico politico solo se avessi trovato delle persone competenti in grado di saper fare delle azioni concrete atte a creare un trend positivo verso tutto ciò che serve alla mia (la nostra) Reggio per poterla vedere risorgere come una splendida Fenice dalle proprie ceneri. Un mito d’altri tempi che, con il supporto dei cittadini reggini, può divenire realtà di oggi e speranza del domani.
Maria Stella Crupi