Reggio Calabria 7 giugno 2017 – «Non chiudere ma rilanciare». Lo afferma il consigliere delegato al Turismo e allo Sport Giovanni Latella nel commentare l’attuale situazione che attraversa lo scalo aeroportuale reggino. Afferma Latella: «La particolare conformazione del nostro territorio rende naturale l’uso dell’aereo per gli spostamenti dei nostri concittadini; non vi è dubbio che oggi l’aereo è il mezzo più veloce e immediato per raggiungere la città dello Stretto e collegarla con le principali città italiane ed europee, elemento assolutamente essenziale per sviluppo soprattutto turistico della nostra città». E i dati economici sono a supporto delle esigenze territoriali. Infatti prosegue Latella: « Il modello delle gestioni uniche regionali degli aeroporti in tutta Italia dimostra che mettendosi in rete, ogni scalo anche quello più piccolo, è in grado di offrire una gestione efficiente, grazie alla diversificazione delle tratte e delle tariffe. E’ il caso di Trapani e Palermo, così come Brindisi e Bari, solo per fare esempi di città del Sud, che pur essendo in prossimità coestistono perfettamente». Non è differente il caso dell’aeroporto di Reggio Calabria che è pronto ad accettare la sfida – continua Latella – perchè oggi non si tratta di affermare il primato di una città rispetto a un’altra, come se si partecipasse a un torneo locale, ma di affermare la squadra regionale, dove ogni scalo soddisfa esigenze diversificate legate alla corretta intercettazione delle istanze di sviluppo e vocazione dei territori che servono. In sintesi: « la conurbazione con Messina e con la rete dei centri della fascia metropolitana della jonica e della tirrenica rende la posizione dell’aeroporto di Reggio Calabria assolutamente nevralgica. Non volere riconoscere questo dato, significa volere mascherare e confondere le inefficienze del passato con le esigenze essenziali del territori». Una cosa infatti è – conclude il consigliere – discutere sulle modalità della gestione, altra mettere in dubbio l’essenzialità del servizio trasporti per i territori del sud e per la città di Reggio, volendola condannare colpevolmente a essere dimenticata o peggio ignorandola deliberatamente».