In Trieste, Torino e Lodi, il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Trieste, a conclusione di lunghe e articolate attività investigative denominate “Raptor” e “Barattolo”, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Trieste, ha eseguito 8 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dei componenti di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Nel corso delle operazioni sono stati arrestati in flagranza di reato altri due soggetti. Uno dei due compariva già tra gli indagati dell’indagine “Barattolo” per detenzione, presso la propria abitazione, di oltre 20 chilogrammi di sostanza stupefacente tra marijuana e hashish mentre l’altro, estraneo all’associazione, è stato sorpreso con 3 chilogrammi di marijuana appena acquistata da uno dei destinatari del provvedimento. Altri 21 soggetti sono indagati in stato di libertà. Nel complesso l’indagine ha consentito di disarticolare un gruppo criminale di una trentina di persone. L’indagine del Nucleo Investigativo ha preso spunto da un controllo operato nel 2014 dalla polizia spagnola, nei pressi di Barcellona, nei confronti di tre pregiudicati triestini. I tre, fermati a bordo di un’autovettura, erano stati trovati in possesso di 26.000 euro in contanti, somma per la quale non avevano fornito una giustificazione convincente, piccole quantità di hashish e 3 coltelli. Grazie all’attività di cooperazione internazionale di polizia, i Carabinieri sono venuti in possesso dell’importante elemento informativo, da cui sono partite le indagini. L’attività investigativa degli uomini dell’Arma, inizialmente articolata in servizi di osservazione e pedinamento e poi integrata da attività tecniche quali intercettazioni telefoniche ed ambientali, ha consentito di fare luce su un nutrito e pericoloso gruppo criminale, delineandone assetti e attività. Il sodalizio, composto per la maggior parte da triestini, costituiva il principale canale di distribuzione di stupefacenti sulla piazza di Trieste. La struttura associativa aveva un assetto verticistico e coinvolgeva numerosi soggetti con ruoli, compiti e livelli di responsabilità ben definiti. Aveva inoltre la disponibilità di armi e di un’autovettura dedicata al trasporto dello stupefacente opportunamente modificata attraverso la creazione di un doppio fondo ricavato nel bagagliaio posteriore. Le attività d’indagine sono state corroborate da significativi riscontri, con il sequestro, in diverse operazioni, di complessivi 30 chilogrammi di hashish e pasta di hashish (ad elevato contenuto di principio attivo), 5,5 chilogrammi di marijuana, ai cui si aggiungono i 23 chilogrammi sequestrati nelle ultime ore e oltre 1 chilogrammo di cocaina. Lo stupefacente sequestrato, una volta immesso sul mercato triestino, avrebbe fruttato circa 500.000 euro. Ma il volume del traffico documentato in mesi d’indagine ha superato i 130 chilogrammi. Sono state inoltre recuperate e sequestrate due pistole semiautomatiche, una Zastava calibro 7.65 e una di fabbricazione belga calibro 6.35, oltre al relativo munizionamento, 25.000 euro falsi e numerosi strumenti per il confezionamento delle dosi (bilancini di precisione e materiali vari).
fonte — Comando Provinciale di Trieste – Trieste, 01/06/2017 12:08 – carabinieri.it