Ok definitivo alla Brexit. La Scozia non ci sta e vuole la secessione dopo il fallimento del 2014

Londra 09:45 – Ieri in tarda serata è arrivato il definitivo assenso alla Brexit: sia la Camera dei Comuni sia, infine, la Camera dei Lord hanno approvato la legge che autorizza l’avvio dell’iter verso il divorzio del Regno Unito dall’Unione europea. Come ci riferisce RaiNews, dopo che la legge godrà del Royal Assent, cioè il sì da parte di sua Maestà la Regina Elisabetta II la legge entrerà definitivamente in vigore. Paragonabile alla firma del Presidente della nostra Repubblica in calce alle leggi come “sigillo finale” di approvazione. La prima reazione all’approvazione della legge arriva dalla Scozia, la quale non ci stà all’uscita dalla UE e si stanno organizzando per l’ennesimo referendum di secessione dopo l’ultimo del 2014 ipotizzando un referendum bis sulla secessione fra il 2018 e il 2019. Il Primo Ministro di Edimburgo, leader dei nazionalisti dell’Snp, ha cosi’ rilanciato la battaglia per l’indipendenza, dopo il referendum perduto si e’ presentata alle telecamere per annunciare lo start la settimana prossima di fronte all’assemblea parlamentare scozzese dell’iter di un nuovo voto popolare. Per il Primo Ministro scozzese “Le condizioni sono mutate” rispetto al 2014 a causa della brexit,questa la principale motivazione portata a sostegno della decisione. Il problema per la Scozia e’ tuttavia d’ordine normativo. Un altro referendum richiede infatti il placet del parlamento di Westminster, a cui spetta l’ultima parola e al quale la leader dell’Snp (partito rimasto finora scrupolosamente entro i limiti della legalita’ costituzionale) ha ammesso di doversi rivolgere. e a Londra la risposta stavolta e’ no, almeno per ora. Il governo lo ha ribadito a stretto giro: un nuovo referendum sarebbe “divisivo” e produrrebbe “enorme incertezza economica” per tutta la Gran Bretagna, ha tagliato corto una portavoce. Tra le altre incognite della transizione verso la brexit. “l’Snp e’ in un tunnel” e la sua visione “e’ profondamente incresciosa”, ha rincarato Theresa May in persona, sfidando con il dito levato la sua rivale del nord a governare il territorio di cui e’ responsabile e a occuparsi delle esigenze concrete delle persone perche’ “la politica non e’ un gioco”. Ora si vedrà come agiranno i vari leader delle due fazioni.

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About the Author: Carlo Viscardi