di Fabrizio Pace – Non è la solita conferenza stampa di portesta quella svoltasi stamattina nella sede di Azione Nazionale di Reggio Calabria. O meglio non solo protesta perchè gli intervenuti oltre che analizzare e indicare le pericolose criticità del possibile spostamento del traffico portuale dal porto di Villa San Giovanni su quello di Reggio Calabria, hanno anche indivduato una possibile soluzione al problema che renderebbe probabilmente contente tutte le parti in causa. Creare infatti degli attracchi per grosse imbarcazioni nella zona di Pentime avrebbe degli impatti notevoli su tutta una serie di fattori che incidono pesantemente sull’inquinamento acustico, ambientale e visivo. Per non parlare del rischio a cui sarebbe sottoposta la popolazione a causa delle elevate sollecitazioni alle quali sarebbero sovraesposte le infrastrutture stradali già esistenti. Il tutto svilirebbe l’intenzione di rendere Reggio Calabria una meta ambita per il turismo balneare. Considerazioni che tutti gli intervenuti al tavolo, (Alessandra Bordini, Vincenzo Vitale, Sandro Dattilo, Pietro Caponera, Alessandro Gioffè, Carlo Colella e Domenico Bova) hanno esposto dettagliatamente. Ma la “coalizione trasversale” in difesa della costa nord cittadina ha anche fornito, dati alla mano, quale potrebbe essere la soluzione migliore o meglio quella più accomodante. E’ stato l’architetto Dattilo, dopo aver studiato le relazioni inviate al ministero, ad esporre che si sarebbe individuata la zona di Bolano, nei pressi di Catona, come luogo “ottimale” per spostare gli imbarcaderi delle società navali interessate. Il luogo scelto, attualmente quasi deserto, se non per la presenza di un deposito Fs, farebbe risparmiare svariati milioni di euro alle istituzioni, risolverebbe in parte i problemi della viabilità e dell’inquinamento, salvaguardando la il resto della costa reggina che invece continuerebbe ad essere utilizzata per la balneazione. La proposta è stata quindi presentata. Con tanto di motivazioni a sostegno, tabelle e cifre alla mano. Ora sta alle parti in causa trovare un accordo perchè se da un lato le compagnie di navigazione vogliono, nell’ottica di un giusto profitto industriale, ottimizzare le spese diminuendo la tratta da percorrere, dall’altro quest’eventuale utile economico non può essere raggiunto sulle spalle e nelle tasche dei cittadini.
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About the Author: Fabrizio Pace
Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.