Save the Children ha pubblicato il rapporto “Sconfiggere la povertà educativa” secondo cui sarebbero emersi dati impressionanti. In Europa il 28 % dei Minori è a rischio povertà rispetto al 24% di rischio affermato per gli adulti. Il 21% di tali bambini, ovvero tra questi 26 milioni, c’è anche chi ha beneficiato di trasferimenti sociali. Vi sono bambini che fanno parte di famiglie che hanno un reddito al di sotto del 60% rispetto al livello medio nazionale; vi sono bambini, ca. il 10% che vive all’interno di famiglie che hanno un’occupazione lavorativa bassa. In Italia il tasso di minori a rischio povertà o esonero sociale sale al 32% (indice Arope), tra le più alte in Europa (Ue più Norvegia, Islanda e Svizzera) e in aumento dopo la crisi, contro il 14% dell’Islanda, il 12% della Norvegia, il 20% della Repubblica Ceca e il 23% dell’Austria. I Paesi con la più alta percentuale sono Ungheria (41%), Bulgaria (45%) e Romania (51%). Alla fonte del problema vi è la disuguaglianza, come citato dal rapporto. I bambini vivono spesso in famiglie monoparentali, o troppo numerose, si è figli di immigrati o di poveri emarginati. Anche quei bambini i cui genitori possiedono un lavoro, spesso non sono esonerati dalla povertà. In Lussemburgo, Bulgaria, Spagna e Svezia, per esempio, un quinto o più dei bambini con genitori che lavorano è a rischio povertà. In Romania, la percentuale sale quasi al 50%.