16\10\2016 21:00 – Secondo la Relazione della Commissione istituita dal ministero dell’Economia sarebbero almeno 88 i miliardi (annui) di entrate sottratte al fisco tra il 2010 e il 2014. I dati che farebbero riferimento al bimestre 2012-2013 vedono l’ammontare dell’evasione superare i 108 miliardi l’anno, oltre le stime calcolate per l’intero periodo in analisi. Quanto rilevato denota come l’imposta più evasa è l’Iva per oltre 40 miliardi, seguita da Irpef con 31.
La relazione sottolinea come “Nella media del periodo 2010-2014 il gap complessivo ammonta a 88,1 miliardi di euro, di questi 12,4 sono ascrivibili alla componente dovuta ad omessi versamenti ed errori nel compilare la dichiarazioni. Pertanto, il gap derivante dal completo occultamento delle base imponibile e/o dell’imposta ammonta a 75,7 miliardi di euro”.
Effettivamente, come il taxi gap considerato nella Relazione, la differenza tra le imposte versate e quelle che i contribuenti avrebbero dovuto versare in base agli obblighi tributari previsti dalla legislazione vigente, sia notevole, soprattutto nel bimestre sopracitato dove i dati superano di molto la media: 108,7 miliardi di euro, di cui 98,3 miliardi di mancate entrate tributarie e 10,4 miliardi di mancate entrate contributive, mentre l’incremento delle mancate entrate tributarie risulta, così, pari a 2,5 miliardi di euro. Resta l’Iva l’imposta più evasa taxi gap da 40,2 miliardi nel 2014. Segue, quindi, l’Irpef che vale complessivamente 31 miliardi, di cui 27,2 miliardi, (30,7 miliardi nel 2014) sono relativi al solo Irpef del lavoro autonomo e d’impresa.
Insomma, si parlerebbe di errori e imposte dichiarate senza essere versate: 12,4 miliardi per le principali imposte, ossia Irpef, Ires, Iva e Irap. La stima non comprende, ad esempio, l’Imu che vede da parte degli italiani una astensione dai pagamenti (oltre un quarto dei proprietari di immobili non paga regolarmente), che comporta quindi ad una ”propensione al gap” del 27,2%.