Parma, operazione Re Mida, scoperta maxi truffa finanziaria per 3 miliardi di euro

GdF11\10\2016 –  Parma – Al termine di una complessa attività di indagine durata oltre due anni e coordinata dalla locale Procura della Repubblica, la Guardia di Finanza di Parma ha smascherato un’associazione a delinquere composta da 14 persone e capeggiata dal noto faccendiere parmigiano, già coinvolto in precedenti vicende giudiziarie. L’operazione, scattata all’alba di questa mattina, ha visto impegnati, oltre agli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria di Parma, anche le Fiamme Gialle di Forli-Cesena, Bolzano, La Spezia, Lodi, Frosinone, Siracusa e Palermo, che in queste ore stanno ancora eseguendo ordini di custodia cautelare in carcere e provvedimenti di arresti domiciliari nei confronti degli affiliati. Grazie all’utilizzo di particolari tecniche di indagine, a pedinamenti, all’analisi di centinaia di contratti, nonché ai numerosissimi riscontri sulle banche dati in uso al Corpo, i finanzieri hanno potuto ricostruire un articolato sistema di truffa a danno di decine di imprenditori italiani ed esteri, spesso in stato di difficoltà, che per ottenere finanziamenti si erano rivolti ad una società neozelandese. Quest’ultima, dipinta come ente di intermediazione finanziaria, era in realtà una società fantasma, sebbene – come emerso dalla documentazione sequestrata e dalla pubblicità in rete – vantasse sedi in Nuova Zelanda, Delaware (USA), Israele, Giappone, Singapore e Grecia. Dietro la fantomatica I.W.I.L. si celava, in realtà, un’organizzazione che fingeva di operare alla luce del sole utilizzando immobili di pregio locati nella città di Parma, così da apparire come un normale operatore nel settore finanziario. La truffa veniva perpetrata proponendo contratti di finanziamento a tassi agevolati, senza le necessarie misure di garanzia e con la sottoscrizione di un fittizio contratto di investimento che addirittura serviva ad abbattere i costi dell’operazione. Dopo la sottoscrizione, veniva richiesto il versamento di una somma di denaro a titolo di spese per l’istruzione della pratica, a fronte del quale seguiva anche l’emissione di una fattura fiscale: l’ennesimo artifizio finalizzato a generare una certa rassicurazione nel cliente, tuttavia in grado di permettere all’organizzazione di incassare una somma anche maggiore di denaro. Alla fine di tale messinscena, non un solo euro di finanziamento è stato erogato. Le indagini hanno permesso di scoprire che sono state vittime del raggiro non meno di settanta titolari di aziende e che alcuni di loro,in gravi difficoltà economiche, hanno successivamente dichiarato il fallimento. I militari hanno calcolato che il totale dei finti finanziamenti sottoscritti negli ultimi due anni ammontava a non meno di 3 miliardi di euro e che con questo sistema l’organizzazione ha generato illeciti introiti per oltre 2 milioni di euro. In ragione di ciò, il GIP presso il Tribunale di Parma – dottor Alessandro CONTI – ha disposto l’emissione di due ordinanze di custodia cautelare in carcere, e di quattro provvedimenti di arresti domiciliari, oltre che il sequestro della sede della I.W.I.L. e l’inibizione dell’accesso e l’oscuramento delle pagine web illecitamente utilizzate. I 14 indagati dovranno ora rispondere del reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata e continuata.

fonte  — http://www.gdf.gov.it/

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