La recente inchiesta “Mammasantissima”, avrebbe scoperto l’esistenza di una cupola decisionale segreta, frutto dell’intelligenza mafiosa che introdusse (oltre un decennio fa) persone che potevano allacciare rapporti con il mondo dei professionisti e contemporaneamente, tramite quest’ultimi, con imprenditori e borghesia. Una matassa o meglio un intreccio di relazioni difficile da individuare nettamente e non facile da sbrogliare.
Questo stato di “commistione”, o eventuale tale, (solo al terzo grado di giudizio si saprà la verità giuridica) causa diffidenza tra coloro che operano sul territorio. Un ragionamento, a nostro modesto avviso che non fa una grinza, e al quale anche il Grande Oriente d’Italia presto, anche per via del nuovo corso della Gran Maestranza di Stefano Bisi, non mancherà di dare pronta ed esauriente risposta. Così come d’altronde avvenne quando si è presentò autonomamente davanti la Commissione della Bindi.
Al momento, comunque, occorre precisare che nessuno dei coinvolti, pare risulti iscritto alle Massonerie “regolari”.
Infine al GOI, il Primo Gran Sorvegliante Antonio Seminario, calabrese, attenziona personalmente sia i nuovi ingressi che quelli che sono nei piè di lista con la richiesta dei certificati dei carichi pendenti e del Casellario giudiziario, una regola già esistente divenuta da qualche tempo più severa e restrittiva.
De Raho ha parlato anche dell’uso delle interdittive antimafia di cui ha chiesto una limitazione, come riporta anche l’articolo di ieri, di Gazzetta del Sud. “Le modifiche che che si stanno apportando al Codice antimafia consentiranno di portare avanti anche le imprese che danno lavoro, al fine di controllare i condizionamenti o le infiltrazioni ed evitare che si chiudano.
L’interdittiva trova una possibilità alternativa che è quella del controllo dell’impresa attraverso elementi della stessa Prefettura che possono, passo dopo passo, seguire l’andamento dell’impresa stessa e consentire l’introduzione di nuove imprese pulite che si sostituiscano a quelle mafiose”.