30 settembre 2016 – È ufficiale il primo caso di contagio del virus West Nile, meglio conosciuto come virus della febbre del Nilo in Sicilia, a Trapani. A confermarlo è l’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC). La febbre West Nile è una malattia infettiva virale e acuta che viene trasmessa dalle zanzare ai mammiferi (uomo compreso) a loro volta infettate da uccelli selvatici (gazze, piccioni e corvidi) che fanno da serbatoio. La febbre del Nilo che non è trasmissibile da uomo a uomo ha un’incubazione che varia dai 3 ai 15 giorni dalla puntura della zanzara infetta. Nella buona parte dei casi la malattia decorre come un’infezione senza sintomi, in altri decorre come una sindrome influenzale e in casi rari può dare origine a una grave forma febbrile, con interessamento del sistema nervoso centrale. La zanzara che può trasmettere la febbre del Nilo è quella comune (Culex pipiens), largamente diffusa nel territorio, che ha l’abitudine di pungere di notte. Al momento non esiste un vaccino per l’uomo e l’unica prevenzione è l’esporsi il meno possibile alle punture di zanzare. Il virus sviluppa disturbi gravi solo nello 0,4% delle persone colpite. Inoltre gli aggiornamenti dello “Sportello dei Diritti” circa i contagi della temibile febbre del Nilo Occidentale segnano, purtroppo 14 nuovi casi in Italia, quattro nelle province recentemente colpite di Novara (1), quindi Trapani (1) e Vicenza (2) e 10 in tre già colpito Province: Bologna (1), Mantova (4), Modena (1), Ravenna (2) e Rovigo (2). Al 29 settembre, sono stati segnalati un totale di 171 casi di febbre del Nilo occidentale (WNF) in esseri umani in Stati membri dell’UE e 229 casi nei paesi limitrofi, a partire dall’inizio della trasmissione della stagione 2016. Nei paesi vicini, Israele ha segnalato otto nuovi casi, tutti in zone già colpite: distretto centrale (3), Haifa (1), Distretto settentrionale (2), Southern district (1) e Tel Aviv (1). La Russia ha segnalato 14 casi confermati nellla regione di Oblast ‘ già colpita: Astrakhan (1), Saratov (8) e Voronezh (5). Anche la Serbia ha segnalato due nuovi casi confermati nel distretto del Banato meridionale già colpito. Giovanni D’AGATA, presidente dello “Sportello dei Diritti” ricorda che il rapporto settimanale dell’ECDC, sulla febbre del Nilo occidentale comprende la mappa della attuale distribuzione geografica dei casi umani autoctoni segnalati nell’UE e nei paesi vicini, un aggiornamento della situazione e una tabella che presenta i casi nei paesi e le zone colpite. Tutte le informazioni sono fornite al fine di informare le autorità competenti responsabili per la sicurezza della salute nelle zone con in corso di trasmissione del virus del Nilo occidentale agli esseri umani al fine di sostenere l’attuazione delle normative vigenti. In particolare, secondo la legislazione sulla sicurezza sangue dell’UE, gli Stati membri devono avviare tutte le misure di controllo per garantire la sicurezza del sangue nel caso di contagi del virus in questione. Una sfida importante per l’attuazione del suddetto regolamento è la raccolta tempestiva di informazioni accurate sulle zone colpite.
Giovanni D’AGATA