Nel quadro dei paesi ad economia avanzata, che presentano una struttura a capitalismo maturo, gli Stati Uniti incarnano tutte quelle che sono le caratteristiche che servono a riconoscere questo gruppo di Stati. Il primo indicatore statistico che si considera è il PIL/procapite (Prodotto Interno Lordo rispetto alla popolazione residente): questo valore è, per gli U.S.A., abbastanza vicino ai 50.000 $ nel 2011. Ma questo da solo non basta: si considera anche la distribuzione della ricchezza all’interno della popolazione. L’economia degli Stati Uniti d’America è fortemente terziarizzata: vale a dire che all’incirca il 70 % del PIL proviene dal settore terziario, che presenta caratteristiche di elevato contenuto tecnologico, tanto da far scrivere alcuni autori di un settore quaternario. Anche la partecipazione dei lavoratori al tessuto produttivo risente di questa tendenza: i due terzi degli occupati statunitensi sono addetti nel settore dei servizi. L’industria rimane ad altissimo contenuto tecnologico: gli Stati Uniti sono uno dei pochissimi paesi del Mondo dove sia presente un’industria aeronautica (Boeing, su tutti). Ha un elevato peso l’industria informatica, le biotecnologie, e, più in generale, i laboratori di ricerca e sviluppo consentono una prodigiosa innovazione tecnologica. Tutto ciò è reso possibile dal particolare legame esistente negli USA fra Università private, laboratori di ricerca e mondo dell’industria. Le migliori università statunitensi sono private, e gli studenti pagano una retta anche abbastanza importante. La selezione è tremenda. Le università statunitensi sono gestite come delle fondazioni, per cui ricevono finanziamenti dalle multinazionali, che così si assicurano i brevetti dei ricercatori. Nei laboratori universitari degli USA si inventano oggetti apparentemente inutili, ma con una percentuale elevata, i centri di ricerca ricevono ogni anno riconoscimenti internazionali, a partire dai premi Nobel. Tutto ciò determina una superiorità nel campo dell’industria ad alto peso tecnologico, paragonabile solamente al Giappone. Le altre attività industriali, a ridotto contenuto tecnologico, vengono delocalizzate nei PVS, alla ricerca di mano d’opera a basso costo e di mercati in espansione, da parte delle multinazionali (le corporations) veri e propri colossi dell’industria. Gli Stati Uniti d’America sono il tempio della politica economica di stampo liberista, che non prevede intervento dello Stato nel campo economico. Tutto è affidato al mercato, che possiede al suo interno le forze per portare l’equilibrio. L’economia statunitense è improntata alla più spietata competitività. In questi ultimi anni ha assunto un rilievo sempre più crescente il settore finanziario, che vede a New York, alla Borsa di Wall Street, la piu importante piazza finanziaria mondiale, ed a Chicago la piu importante Borsa merci, in particolare delle derrate agricole. Gli Stati Uniti hanno assunto il ruolo di potenza economica mondiale subito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, vale a dire da un secolo, effettuando il sorpasso nei confronti del Regno Unito, che per secoli ha dominato la scena economica mondiale. Ma del Regno Unito parleremo la prossima settimana.
Prof. Giuseppe Cantarella