Una maxi operazione antidroga condotta in sinergia tra la Guardia di Finanza, la Polizia Nazionale colombiana e la D.E.A. (Agenzia Antidroga Americana) ha permesso di sgominare un’organizzazione internazionale di narcotrafficanti, di arrestare 33 soggetti e di sequestrare oltre undici tonnellate di cocaina. Questo il bilancio dell’intera operazione antidroga denominata “due mari” condotta dai finanzieri della Sezione G.O.A. del G.I.C.O. di Catanzaro in collaborazione con la Polizia Nazionale Colombiana e con la DEA e CPB americana. Il filone italiano dell’inchiesta, diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, ha permesso di identificare 15 narcotrafficanti responsabili di aver importato nel territorio nazionale oltre 240 kg di cocaina purissima. Le fiamme gialle sono riuscite, altresì, a monitorare le transazioni monetarie finalizzate alla consegna del denaro necessario per finanziare l’acquisto dello stupefacente. In alcune occasioni, in particolare, l’organizzazione indagata si è avvalsa di una struttura parallela dotata di un’apposita batteria di corrieri che prelevavano il danaro dagli acquirenti calabresi per poi farlo giungere ai fornitori d’oltreoceano. L’organizzazione aveva quali principali promotori i fratelli M.F. e G.C., punti di riferimento e capisaldi storici del narcotraffico internazionale nella locride. L’operazione italiana, per la specificità dell’organizzazione indagata, ha permesso la nascita della più ampia attività di livello mondiale condotta dalla D.E.A. americana, meglio nota come operazione “angry pirate due”, svolta contestualmente in diversi paesi del mondo, avente come denominatore comune i medesimi fornitori e, in alcuni casi, anche gli stessi clienti indagati nell’operazione “due mari”. In particolare, le risultanze investigative emerse alla sezione GOA del GICO di Catanzaro, compendiate in apposite comunicazioni inviate all’autorità giudiziaria di Reggio Calabria, hanno consentito a quest’ultima l’interscambio degli elementi conoscitivi sia con l’autorità giudiziaria sudamericana che con la dea americana. In tale ambito, l’attività sinergica tra i finanzieri di Catanzaro e la DEA americana, supportata dalla preziosa collaborazione della CPB e della Panama Express Strike Force North (panex-n) Statunitensi, ha consentito di porre in essere, unitamente alle forze di polizia nazionali, una proficua azione di contrasto in varie parti del mondo, tra cui Colombia, Costa Rica, Panama, Messico, Brasile, Lima, Cile, Venezuela, Repubblica Dominicana ed Ecuador. Le conseguenti indagini condotte dalla DEA in Sudamerica, hanno portato all’individuazione di 7 laboratori clandestini, al sequestro di 11 tonnellate circa di cocaina e all’arresto in flagranza di reato di 111 soggetti. Le investigazioni in Colombia, che hanno permesso di eseguire in quel territorio nr. 22 provvedimenti custodiali, hanno consentito, altresì, l’identificazione dei membri chiave dell’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN), organizzazione terroristica responsabile di reati di estorsione, sequestro di persona e omicidio, oltre al traffico di stupefacenti. Quest’ultima, unitamente alle FARC (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia), garantiva la sicurezza del trasporto dello stupefacente dai laboratori ai punti di deposito costieri, laddove passava sotto il controllo dei Los Urabenos Bandas Criminales (Bacrim) che ne garantivano la fuoruscita in sicurezza dal territorio colombiano. La cocaina veniva, pertanto, caricata su grandi navi mercantili, su imbarcazioni da pesca, ovvero su barche “go-fast”, per essere trasportata verso i paesi di transito, quali il Costa Rica, la Repubblica Dominicana e Panama, per essere successivamente inviata in Europa e negli Stati Uniti. Gli spiccati profili internazionali dell’operazione sono stati possibili anche grazie al contributo del Comando Generale della Guardia di Finanza, del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia Interpol e della Direzione Centrale per i Eervizi Antidroga (DCSA). L’intera operazione ha permesso di infliggere all’organizzazione criminale rilevanti perdite economiche, sia sotto il profilo dei capitali investiti che, soprattutto, dei mancati guadagni; la droga complessivamente sequestrata, infatti, una volta lavorata ed immessa in commercio avrebbe fruttato circa tre miliardi di euro.
fonte — http://www.gdf.gov.it/