E’ boom dei single, di tutte le età, che in dieci anni, dal 2000 al 2010, sono aumentati del 39%. Diminuiscono invece di oltre il 7% le coppie con figli. I dati sono stati presentati oggi dal presidente del Censis, Giuseppe De Rita, nel corso di una lectio magistralis che ha svolto ad Arezzo, nell’ambito del ‘Festival della persona’. La ricerca del Censis, commissionata da Confartigianato, dice che vivono da soli quasi 7 milioni di italiani, pari al 13,6% della popolazione da 15 anni in su. Di questi, quasi 2 milioni hanno tra 15 e 45 anni (l’8,5% delle persone in questa classe di età), 1,7 milioni hanno tra 45 e 64 anni (il 10,5%) e 3,3 milioni sono anziani, con 65 anni e oltre (il 27,8%). Vivono da sole soprattutto le donne (il 15,5% a fronte dell’11,6% degli uomini). Ma tra i 15-45enni sono di più i maschi a vivere da soli, così come tra i 45-64enni, mentre tra gli anziani le donne sole sono molte di più (quasi il 38% contro il 15% degli uomini). Insomma, vivere da soli, oggi, è la forma familiare più diffusa e quella che nel tempo cresce di più. Infatti negli ultimi dieci anni, tra il 2000 e il 2010, le famiglie composte da una sola persona sono aumentate di quasi il 39%, mentre le coppie con figli hanno registrato la contrazione più consistente (-7,1%). Guardando alle famiglie per numero di componenti, quelle che sono aumentate in misura maggiore sono le monopersonali (+38,9%), quelle composte da due persone (+20%), poi quelle di tre persone (+2,1%), mentre tutte le altre sono diminuite. “Vivere da soli – ha osservato Giuseppe De Rita, Presidente del Censis – non vuol dire essere una monade isolata, ma rappresenta comunque una fragilità sociale, visto che in genere, in caso di bisogno, ci si rivolge al coniuge o al convivente. Per questo il nuovo ‘welfare di comunità’, con tanti anziani e tante persone sole, deve moltiplicare al suo interno le relazioni, soprattutto quelle che nascono dal volontariato, dal terzo settore e dall’associazionismo, che costituiscono forze di coesione cruciali”. E c’é di più: i 7 milioni di italiani che vivono da soli spendono per gli acquisti alimentari il 71% in più in rispetto alla media delle famiglie. E’ quanto afferma la Coldiretti, secondo la quale la spesa media per alimentari e bevande di chi vive da solo é di 320 euro al mese, superiore del 71% rispetto ai 187 euro al mese destinati alla tavola da ogni singola componente di una famiglia tipo italiana formata da in media da 2,5 persone. Ad incidere sulla spesa mensile dei single sono nell’ordine la carne (75 euro), l’ ortofrutta (60 euro), pane, pasta e derivati dai cereali (50 euro), latte, yogurt e formaggi (45 euro), bevande (31 euro), pesce (26 euro), zucchero, caffé (22 euro) e per ultimo oli e grassi (12 euro). I motivi della maggiore incidenza della spesa sono da ricercare nella necessità per chi vive da solo di acquistare spesso maggiori quantità di cibo per la mancanza di formati adeguati che comunque anche quando sono disponibili risultano molto più cari di quelli tradizionali. Ad incrementare la spesa alimentare è anche l’elevata presenza di sprechi perché è facile che le confezioni già aperte scadano e vadano a finire nella pattumiera.