Prendiamo atto con favore dell’ iniziativa che Francesco Cannizzaro, in sintonia con l’autorevole Senatore Antonio Caridi, ha voluto lanciare per “ricostruire” il Centro Destra; uno sforzo importante e significativo che và nella direzione auspicata in diverse occasioni da tutta un’area che stà vivendo con grande sofferenza le dinamiche politiche di questi ultimi anni. Da più parti si sarebbe auspicato, invece della manifestazione, un percorso programmatico e di condivisione che poteva portare a ben altra occasione d’ incontro con il popolo degli elettori di centro destra; in ogni caso è apprezzabile la volontà espressa che, però, non può e non deve rappresentare la usuale berlina di occasione per riscaldare i motori elettorali ma l’inizio di un impegno verso una piattaforma di contenuti condivisi senza riserve ed attualizzati nel contesto della grave difficoltà che vive il territorio reggino e la Calabria tutta.. Vi è, infatti, l’esigenza prioritaria di tracciare in modo chiaro l’asse dei Valori guida e la strategia di una battaglia, non più procrastinabile, a difesa di una Nazione che oggi viene messa in serio pericolo da una sinistra destabilizzante ed al servizio della peggiore globalizzazione attraverso un coacervo di azioni su larga scala che hanno determinato crepe nei sistemi di equilibrio economico e sociale: dalla crisi del lavoro ai sistemi di sfruttamento finanziario delle banche a danno dei risparmiatori, dallo sperpero di risorse pubbliche alla mancanza di investimenti produttivi. La stessa logica di “confusione” culturale diffusa ideologicamente attraverso la chimera edonista ha minato le basi dell’individuo e della famiglia, entità questa intesa non solo come legittimazione della coppia bensì come base sistemica di una Comunità; non ultima la questione dell’immigrazione clandestina prima e profugata poi, un fenomeno dai contorni inquietanti che, storicamente, configura una migrazione di popoli che aggredisce la stabilità delle identità nazionali ed aggravata sul fronte della sicurezza dal problema del terrorismo guerrafondaio. Infine, ma non ultimo, l’assetto costituzionale della democrazia parlamentare italiana che, con il gioco delle riforme, rischia di diventare funzionale solo per il consolidamento della casta “elettiva” e tecnocrate al potere. Per Reggio poi, la storia richiede un approfondimento e un impegno politico ancor più serrato che chiarisca vicende e inciuci che hanno vanificato lo sforzo del miglior centro Destra di governo allor quando si è aperto uno spazio nelle maglie dello schieramento cementificato, sino al 2010, da un progetto lungimirante e di riscatto per la nostra terra ma che, per invisibili logiche antagonistiche, è diventato vulnerabile agli attacchi di una sinistra adusa all’abbattimento dell’avversario con ogni mezzo. Questi i temi prioritari su cui una classe dirigente ha il dovere di confrontarsi rifuggendo dalla tentazione di singole azioni esteriori che rischiano di essere vanificate in clima di antipolitica e di delusione diffusa. Non bastano più sceneggiate per rinsaldare le fila di un Popolo che tanto ha dato al centro destra in termini di consensi e che si è ritrovato, negli ultimi anni, confuso e smarrito. Ripartire sì ma dimostrando che le battaglie, quelle vere, si fanno nelle Istituzioni con lo stesso vigore di chi le ha portate in piazza senza infingimenti consapevole che, in questo Tempo, è in gioco non più soltanto la posizione elettiva della politica bensì il Destino di intere generazioni. Dalla militanza riparta sì quel sentire che deve vedere partecipi e non comparse tutti coloro che, al di là di sigle più o meno operative sul campo di battaglia, vogliono spendersi per la Politica dei Valori e degli Ideali. Per riacquistare credibilità si potrebbe provare a cambiare, magari mettendo in campo un nuovo modello non solo di centro Destra ma di approccio alla Politica che sappia veramente essere non più il servizio di pochi bensì un riferimento di coerenza per tanti.
Pasquale Morisani