“Difendere la famiglia, proteggere la società”: si è svolto sabato scorso a Reggio Calabria il convegno promosso da Reggio Futura e Fondazione Alleanza Nazionale, che ha visto la partecipazione del rappresentante di Generazione Famiglia, Luigi Iacopino, di don Simone Gatto, responsabile della diocesi per la pastorale famiglia, e di Tiziana Catalano, psicologa e Presidente dell’associazione L’Esperide. Dopo i saluti del Presidente di Reggio Futura, Antonello Scagliola che ha sottolineato come “di famiglia non ne parla più nessuno, questo momento deve essere utile per comprende dove dobbiamo andare e quali sono le problematiche e le difficoltà che possono incontrare i giovani, bisogna soffermarci sul concetto di vera famiglia”. Il rappresentante locale di Generazione Famiglia, Luigi Iacopino ha messo in evidenza il filo conduttore che lega gli attacchi alla famiglia, società naturale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, alla volontà di creare una società orientata verso la precarietà e il consumismo. All’interno di un modello del genere, fondato sul produttivismo e sull’individualismo, che preferisce unioni deboli, da fare e disfare velocemente e in cui non vi siano punti di riferimento certi, non ci sarebbe posto per la famiglia naturale sia perché la famiglia si fonda su principi diversi e del tutto incompatibili – quali la solidarietà, la carità, la trasmissione dei valori e della fede – sia perché, basandosi su legami forti, non accetta una visione individualista e instabile della vita. È stata, quindi, la volta di don Simone Gatto che, ha messo in evidenza le tre dimensioni fondamentali – antropologica, giuridica religiosa – nonché il rapporto tra la dimensione del mero contratto e quella del patto, inteso come alleanza. Un’alleanza che, ricordando la fedeltà di Dio alla sua Alleanza, “passa questa capacità all’uomo che vuole vivere l’amore, l’amarsi”. Non si tratterebbe, però, di un problema solo giuridico perché la visione contrattuale può favorire la famiglia solo sul piano del consenso non viziato degli sposi che crea il matrimonio ma ciò che conta è ragionare sul tipo dell’alleanza che ci proietta verso la possibilità di “amare in modo indissolubile, unico, fedele e fecondo” perché “questi son beni e fini del matrimonio”. La dottoressa Tiziana Catalano, infine, ha sottolineato la necessità di iniziare a dare risposte concrete. Ha, quindi, ricordato non solo che “il minore ha diritto soprattutto alla sua famiglia naturale” ma anche la previsione del sostegno ai nuclei familiari a rischio, le cui criticità dovrebbero essere risolte soprattutto in via preventiva. Sono due i binari su cui si deve lavorare, quello della coppia e quello del ciclo vitale della vita della famiglia che pone la famiglia stessa dinanzi a tutta una serie di problematicità, molte delle quali non derivano dalla coppia ma dalla società, come l’aiuto alle famiglie in difficoltà, l’occupazione e la mancanza di supporti nel sociale. Basti pensare che nella provincia di Reggio, su 97 comuni solo 28 sono muniti di servizio sociale e di questi 28 più della metà hanno assistenti sociali part-time. In conclusione, secondo la dottoressa Catalano, dentro la famiglia si è portatori di tutta una serie di valori e progettualità e non ci sono dubbi che la famiglia è insostituibile”, ma “in una prospettiva sociale storica di dinamicità” occorre salvaguardare gli aspetti essenziali senza con ciò determinare una chiusura totale ai mutamenti.
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