La situazione emergenziale in cui versa la sanità calabrese e in particolare nella provincia di Reggio Cal., ha portato – com’è noto – al commissariamento del settore e prima ancora alla applicazione dello scioglimento e del relativo commissariamento per infiltrazioni mafiose dell’Asl di Locri prima e all’Asp di Reggio Calabria, dopo. Da circa dieci anni e precisamente da quanto l’esecutivo regionale procedeva all’accorpamento (… sulla carta!!) delle Aziende sanitarie locali di Reggio Calabria, Palmi e di Locri, è diventato un grande guazzabuglio dove l’Asp di Reggio Calabria ha prodotto e continua a produrre soltanto illegalità e confusioni. La disastrosa situazione patrimoniale e finanziaria, caratterizzata dall’assenza di bilanci economico-preventivi, bilanci consuntivi ripetutamente bocciati, libri contabili obbligatori mai istituiti, duplicazioni di pagamenti, consulenti che vanno e vengono, soggetti attuatori di cui si perde traccia, incarichi di strutture complesse conferiti anche ad interim in spregio a qualsiasi norma di legge e contrattuale, mantenimenti in servizio sino a 70 anni indiscriminati, giganteschi disavanzi non colmati, carenze strutturali, è rimasta immutata nonostante la gestione dell’Azienda sia stata affidata ad una triade composta da due vice Prefetti e da un dirigente della Regione Calabria. A tutte queste carenze, deficienze e mancanze, si aggiungano le frequenti indagini, come riportato dal Corriere della Calabria del 30.4.016 che pubblicato la notizia dell’ennesima indagine della Procura della Repubblica di Locri, a seguito della quale ha notificato un invito a comparire a 11 persone, indagate per avere prorogato il contratto di appalto scaduto nel giugno 2011, ipotizzando un illecito vantaggio patrimoniale alla società affidataria dell’appalto originario per un totale di 5,6 milioni di euro già liquidati. Tutto ciò, nonostante l’ANAC avesse avviato, su segnalazione di questo Sindacato, un’istruttoria richiendo l’acquisizione degli atti relativi alle gare e procedure di acquisto dal 2014 al 2016, considerato il ricorso generalizzato ed indiscriminato a procedure prive di evidenza pubblica, in difformità ed in elusione alla normativa di settore. E prima ancora la stessa Autorità avesse concluso un’altra indagine, all’esito della quale gli attuali Commissari si sono limitati a “girare” le anomalie riscontrate ai dirigenti che le avevano commesse senza tuttavia adottare provvedimenti sanzionatori nei loro confronti (delibera n. 107 del 31.03.2016). E’ di tutta evidenza come l’interesse pubblico continua a non essere presidiato né da commissari straordinari, ormai prossimi alla scadenza, né dalla Struttura commissariale per il PdR, né dal Dipartimento tutela della salute, come confermano gli ulteriori affidamenti diretti che quotidianamente sono pubblicati nell’albo pretorio dell’Asp di Reggio Calabria (es.: determine nn. 309, 311, 312 e 313, 318, 319, 320, 346, 347, 348,349 e 350, 412, eccetera….). Risultano indagati dalla Procura di Locri, oltre i direttori generali/commissari Squillacioti, Sarica,Tripodi E. e l’ex-direttore amministrativo Scali, anche i dipendenti dellASP: Il dr. Nicola Calabrò, incaricato direttore della struttura complessa Beni e servizi, affidatogli in via provvisoria con delibera n. 731 del 20.11.2009 e dichiarato illegittimo e sospeso dal Giudice del lavoro di Reggio Cal con la sentenza 1 aprile 2010, ed inoltre direttore dell’ “Ufficio patrimonio e tecnico”, incarico conferito ad interim dagli attuali Commissari con delibera n. 12 del 28.11.2015 ed ulteriormente prorogato con delibera n. 40 dell’1.3.2016;il dr. Pasquale Stalari, preposto dall’ex-commisario Sarica a dirigere i “Servizi Amministrativi Ospedalieri”, struttura complessa prevista dall’ Atto Aziendale dell’ex-direttore generale Squillacioti, bocciato dalla Regione e dall’ex TAVOLO MASSICCI, ed in atto incaricato dell’Ufficio personale ad interim (3 mesi + 3) con provvedimento degli attuali Commissari straordinari;il dr. Rocco M. Polimeni, direttore della s.c. di Cardiologia, Direttore DEU, anche questi indagato nelle funzioni di direttore sanitario; l’ex-funzionario all’epoca RUP, Francesco Macheda; il dr. Antonio Vartolo, all’epoca responsabile settore finanziario ed il dirigente incaricato ufficio ragioneria, dr. Diego Vitrioli. I dirigenti Calabrò Nicola e Staltari Pasquale sono stati e sono chiamati dai Commissari Starordinari a svolgere, all’occorrenza, anche le improbabili funzioni di Direttore Amministrativo, analogamente a quanto effettuato dal dr. Rocco M. Polimeni, spesso chiamato a svolgere il compito di Direttore Sanitario. Queste determinazioni violano il principio di separazione tra le funzioni di direzione e di governo, di competenza della direzione strategica, e le funzioni gestionali-organizzative di competenza dei dirigenti di struttura complessa (appunto del dr Staltari, dr Calabrò, dr Polimeni), previsto dall’art. 3-bis comma 11 del D.Lgs 502/92 e s.m.i., che prevede che per tale nomina necessiti un contratto di diritto privato e del collocamento in aspettativa da dirigenti. Creando così una catena di conflitto d’interessi. Solo per fare un esempio di interessi confligenti si cita la delibera n. 5870 del 2.12.2015 nella quale il dr. Staltari ha espresso parere favorevole per il conferimento a se stesso dell’incarico ad interim dell’ufficio risorse umane, tutt’ora in atto. Né ci rende tranquilli la nota, inviataci, il 21.4.2016 a firma del Presidente ANAC dr. Cantone, quando questi afferma a seguito di nostre segnalazioni “che il Consiglio dell’Autorità, nell’adunaza del 13 aprile u.s., ha deciso di proporre un attività di tipo collaborativo volta al superamento delle criticità emerse, in funzione di sostenere l’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria nell’adozione delle misure anticorruzione……….”, ma di rimozione, sanzione per violazione della norma sulla trasparenza non si vede l’ombra. Mentre tutto viene lasciato esclusivamente alla Magistratura che interviene (meno male!) per supplire a manchevolezze cui sono deputati altri organi. Difronte a questa illegalità che lede i diritti e gli interessi dei lavoratori ed offende l’immagine delle istituzioni rappresentate, con gravissimo pregiudizio del pubblico erario, la domanda che questo Sindacato rivolge alle istituzioni in indirizzo è questa: Ma cosa altro deve ancora accadere all’Asp di Reggio Calabria prima che si colga un segnale, sia pure timido, di legalità e soprattutto di discontinuità? Il mancato esercizio del potere di controllo, vigilanza, in una parola la ossequiosa e rigorosa osservanza delle norme e della legalità sono un vero e proprio atto di aggressione compiuto verso quelle migliaia di cittadini inermi che ogni giorno accedono nel luogo in cui maggiormente dovrebbero sentirsi accuditi. Tutto cio premesso e visti i (non) risultati, non sarebbe l’ora di affidare l’Asp ad una gestione ordinaria affidandola a un direttore generale vero con competenza e professionalità specifica?
La Segretaria Provinciale (Nicola Simone, Nuccio Azzarà, Francesco Politanò)