Ieri 26 aprile 2016, in tarda serata, nei comuni di Seminara, San Ferdinando e Reggio Calabria, i Carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro hanno tratto in arresto D.B F. da Seminara, P.J. da San Ferdinando, e G. V. T. di nazionalità bulgara, tutti già noti alle FF.OO., in esecuzione alla relativa Ordinanza di Applicazione della Misura Cautelare in Carcere emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, a seguito della sentenza di condanna emessa nel tardo pomeriggio di ieri, nell’ambito del processo convenzionalmente denominato “ECLISSI”. I prevenuti sono stati condannati rispettivamente alla pena di anni 12 e mesi 4 di reclusione (D.B.), anni 12 di reclusione (P.J.) e anni 14 di reclusione (G.V.T.), poiché ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso per aver partecipato attivamente all’organizzazione criminale egemone in San Ferdinando nota appunto come “Locale di San Ferdinando”. Le indagini, avviate nell’estate del 2013, hanno consentito di far luce sugli interessi criminali ed economici nella zona di San Ferdinando e Rosarno, in cui operano le famiglie di ‘ndrangheta dei “BELLOCCO-CIMATO” da un lato e dei “PESCE-PANTANO” dall’altro che, a seguito di alcune frizioni, rischiarono di scendere tra loro in guerra (cd. Operazione ECLISSI portata a compimento dai Carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro). In particolare il D.B., quale intraneo alla cosca “BELLOCCO-CIMATO”, imperante in San Ferdinando e zone limitrofe, aveva il compito di assicurare le comunicazioni tra gli associati ed eseguiva le direttive impartite dai vertici dell’associazione, nell’interesse dell’intera organizzazione criminale, occupandosi della custodia delle armi della cosca e dell’acquisto di inneschi per confezionare il munizionamento cooperando con gli altri associati nella realizzazione del programma criminoso del gruppo. P.J., partecipe ed intraneo alla cosca “PESCE-PANTANO” alle dipendenze del padre G.P. vertice del medesimo sodalizio, con compiti operativi nel settore delle armi e dei danneggiamenti; costui era deputato a mantenere rapporti con esponenti di altre famiglie, in particolare con gli appartenenti alla cosca rivale dei “BELLOCCO-CIMATO”. In generale, era a completa disposizione degli interessi della cosca cooperando anch’esso con gli altri associati nella realizzazione del programma criminoso del gruppo. La V.G. anch’essa partecipe alla cosca “BELLOCCO-CIMATO”, con il compito di “postina”, veicolando le informazioni tra i sodali, con il compito di recapitare, portare e detenere armi e munizioni, nonché di gestione delle attività commerciali per conto di altre persone e di contrabbandare ingenti quantitativi di tabacchi lavorati esteri, cooperando anch’essa, con gli altri associati, nella realizzazione del medesimo programma criminoso. I tre arrestati, ultimate le formalità di rito, sono stati tradotti presso la casa circondariale di Palmi (RC), ad esclusione della donna, la quale era già detenuta per altri motivi, presso la casa circondariale di Reggio Calabria.
Comunicato stampa dei Carabinieri di Reggio Calabria