Formula 1. GP di Corea: vince Alonso

Il Gran Premio di Corea andato in archivio da appena 48 ore ha detto molte cose. Sui rapporti di forza non solo tra monoposto ma anche, soprattutto, tra piloti. Ha detto innanzi tutto che Mark Webber non è ancora, a dispetto dell’esperienza nel Circus, un pilota in grado di reggere la tensione. Guardarlo prima del via discutere via radio con il race control, quasi a far intendere che se non si fosse corso, per lui sarebbe stata la scelta giusta, ha tracciato il momento dell’australiano: nel panico.

Un momento di pressione causato anche, e soprattutto, dal suo team, colpevole di non averlo tutelato e puntato su di lui quando era ampiamente in testa al mondiale; in RedBull sono colpevoli di aver voluto portare fino in fondo la battaglia interna tra piloti, senza effettuare una scelta che da sempre fa parte delle corse: scegliere in cavallo vincente, sia pure controvoglia. Risultato: Mark Webber che si vede scappare via il compagno Vettel, autentico fulmine nelle prime fasi di gara vera con pista allagata, e commette un errore che potrebbe costargli il titolo. Cos’altro ha detto questo gran premio corso su un circuito, quello di Yeongam, palesemente impreparato all’arrivo della Formula 1? Ha confermato che, in griglia, sono pochi i piloti in grado di lottare ruota a ruota senza sbagliare. Fernando Alonso è uno di questi.

L’asturiano ha condotto una gara magistrale, quando ha capito che con le gomme da pioggia battente sarebbe stato impossibile seguire Vettel, ha giocato d’attesa, senza commettere il minimo errore. Poi, con la pista che andava via via migliorando, ha saputo gestire l’usura delle gomme, per avvicinare nelle ultime tornate Vettel, evidentemente in crisi di gomme, come anche tutti gli altri piloti in pista.

Si dirà: “Alonso ha vinto perché Vettel ha rotto il motore, altrimenti parleremmo di un secondo posto”. I tempi sul giro prima della rottura tracciavano una rimonta costante dello spagnolo. Con il primo settore che lo vedeva ampiamente avvantaggiato su Vettel, avrebbe certamente tentato l’attacco anche con il tedesco in pista. Merita una citazione anche Lewis Hamilton, letteralmente impaziente nel suo abitacolo nei giri percorsi dietro la safety car. Fosse stato per l’inglese, sarebbe partito da subito al semaforo verde. Agguerrito. Tecnicamente ha pagato il passo di Red Bull e Ferrari, però, ha messo in pista un gran numero se si guarda al risultato del compagno di squadra Button. La gara coreana ha dato spettacolo, quantomeno nelle tornate di gara senza la safety car, regalando la chance a molti piloti di metà gruppo di mettersi in luce.

Tra questi, Vitantonio Liuzzi è stato autore di una gara straordinaria. Con la Force India, arrivare in sesta posizione è un risultato da incorniciare. Prestazione che acquista ancor più valore se confrontata con il disastro fatto da Adrian Sutil, compagno di squadra di Liuzzi, che ha salutato la compagnia dopo un incidente con Timo Glock. Adesso si va in Brasile, con Alonso che potrà contare su un tracciato “amico” ed un Felipe Massa in più, che dovrebbe riuscire a tener dietro Webber. Se l’australiano arrivasse quinto e Alonso primo, per la Ferrari si potrebbe festeggiare il titolo con una gara d’anticipo. Viceversa, tutti il 14 Novembre ad Abu Dhabi, tracciato certamente favorevole alla Red Bull. La parola d’ordine per Interlagos sarà non sbagliare, per accumulare il vantaggio sugli inseguitori, sapendo di poter contare su un Alonso che è una garanzia.

Fabiano Polimeni

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