Il 27 marzo, ormai da ben cinquantacinque anni, è diventato in tutto il mondo un appuntamento immancabile per tutti gli amanti del teatro, senza distinzione di generi, livelli o appartenenze. La finalità della “Giornata” è quella di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dell’espressione teatrale e promuovere lo sviluppo delle arti performative in tutti i Paesi del mondo.
L’occasione ci consegna la possibilità di rivisitare il rapporto tra teatro e scuola nella nostra comunità e contemporaneamente di fare una riflessione sullo stato dell’arte del Teatro comunale “F. Cilea” di Reggio Calabria. Intanto, va sottolineato che sono numerose le scuole di ogni ordine e grado della nostra provincia che hanno sviluppato negli ultimi anni un rapporto costante,seppure spesso non organico, con i linguaggi non verbali e con il teatro in particolare. Gli spettacoli realizzati da ragazzi, spettacoli di professionisti ai quali gli allievi assistono, laboratori sperimentali di teatro, persino atipici insegnanti che si improvvisano attori e registi sono esperienze presenti spesso stabilmente in molti istituti. Tutto ciò conferma che il pubblico infantile e giovanile costituisce un target di utenza strategica per politiche pubbliche nel settore e che le attività espressive e artistiche contribuiscono ad arricchire l’offerta formativa. Questo di fatto deve convincerci che necessita una maggiore organicità della presenza del teatro all’interno del percorso scolastico. E’ proprio in questa direzione che bisognerà operare, convinti che su questo terreno esistono ampi spazi per una ricerca comune tra scuola e teatro. Ora, come la scuola non può e non deve ignorare la presenza e l’attività sul territorio di quei gruppi o compagnie professionali e non, che si occupano di teatro, così è impensabile che un teatro come il “Cilea” continui a proporsi in termini estremamente riduttivi come finora accade rispetto alle sue potenzialità. Deve funzionare a pieno regime e va riconsegnato alla fruizione dell’intera città e della provincia con delle stagioni artistiche degne della migliore sua tradizione. Non è civile un Paese ,una comunità che trascura il teatro, ed è un errore sostenere che l’analfabetismo teatrale e operistico sia meno grave di quello letterario. Insomma, creare il pubblico di domani è una esigenza imprescindibile per una istituzione come il “Cilea” che, attraverso una auspicabile fondazione, costituita da managerialità pubblica e del privato, intraprenda una politica di interventi di divulgazione , sviluppando una pedagogia teatrale e musicale e investendo sulla formazione dei ragazzi e dei giovani, complice una fitta rete di relazioni da realizzare con il mondo della scuola. Insomma il “Cilea” va certamente inteso come valore ma anche come risorsa, ma lo sia in funzione del servizio che può rendere al cittadino. Il teatro deve riuscire a creare un sistema, che grazie al lavoro sul territorio ed al coinvolgimento del maggior numero di persone, ritorni a rendere proprie le esigenze della committenza, ovverosia del pubblico. Allo stesso modo è sempre più urgente che la funzione di termini di valore o di servizio del teatro non possa essere più misurata in termini di biglietti, ma in termini di diritto e possibilità di usufruirne. Tutto ciò chiama, dunque, in causa, in primis, il Comune e gli Enti sopradimensionati perché creino delle politiche di sviluppo non solo per il nostro Cilea, anche per le altre strutture teatrali presenti sul territorio calabrese magari nell’ambito delle azioni finanziate dalla Unione Europea.
Marzo 2016
Guido Leone