La salute degli italiani è salvaguardata in maniera differenze non in base a di un criterio ben definito o latitudinale ma a singole strutture e specifiche situazioni che variano anche nel tempo. Prenotare un esame nel settore pubblico è spesso un’impresa è quanto emerge dall”inchiesta di La Repubblica sugli ospedali italiani. Stando ai dati riportati dall’articolo del Quotidiano diretto da Mario Calabresi per una mammografia a Bari possono non bastare 500 giorni, al Cardarelli di Napoli ne occorrono 478. Per una visita oculistica a Bologna si può aspettarne 400, a Milano circa 330. Per una risonanza a Genova 289 giorni. Non è quindi il fattore geografico che fa la differenza tra le cure a cui si sottopongono gli italiani ma ad unificare i pazienti di tutto lo stivale sono le lunghissime attese della prestazione. Problema che viene risolto sempre con il ricorso alle strutture private, in fondo i costi sono simili, quando si usufruisce del ticket. Le attese però riguardano gli accertamenti non legati a patologie particolari, infatti se il medico, sfruttando un sistema introdotto dal ministero della Salute ma ancora non a pieno regime, indica una priorità, l’attesa diviene per l’esame rientra tra le 72 ore, i dieci giorni o i due mesi.