All’indomani della scelta religiosa effettuata da Enzo Vacalebre, leader di Alleanza Calabrese, abbiamo voluto intervistarlo per capire meglio il percorso personale emotivo e di fede, oltre le note vicende della Santa Messa non officiata in suffragio del Duce, che lo ha portato ad abbracciare la Chiesa Ortodossa Italiana.
Enzo cosa ti ha mosso ad effettuare questa scelta?
E’ stata una scelta maturata nel tempo e suffragata dalla lunga vicinanza al mondo dell’ortodossia conosciuto fin da quando ero bambino. L’appartenenza all’associazionismo che lavora per la tutela della minoranza ellenofona, i viaggi in Grecia, gli studi linguistici, un percorso iniziato cinquanta anni fa, con mio padre, mia guida spirituale e che mi ha aperto le porte alla voglia di libertà e di conoscenza. L’abbraccio con la Chiesa Ortodossa Italiana è stato comunque un atto consequenziale ad uno sviluppo completo di un pensiero che mi portavo da tempo ed accelerato da accadimenti avvenuti e che continuano ad inseguirsi oggi, sotto gli occhi di tutti, nel mondo cattolico. Non ultimo quello successo lo scorso anno quando l’arcivescovo Morosini ha negato la celebrazione della funzione per Benito Mussolini. Uno strappo dolorosissimo che ha visto un uomo di chiesa proibire una commemorazione ad un defunto. E’ evidente che il Duce fa ancora più paura da morto. Ha fatto paura all’arcivescovo, pastore di anime, al sindaco della città di Reggio Calabria, il democratico, legalitario e scalzo Falcomatà. Questa è stata la goccia che mi ha indotto a riprendere il mio avvicinamento all’ortodossia.
La missione della Chiesa Ortodossa Italiana di cui tu adesso sei ipodiacono?
Ai comportamenti irrazionali di una Chiesa Cattolica la mia risposta è stato il passo compiuto il primo marzo scorso, quando sono stato ordinato, a Cosenza, ipodiacono dal Primate, Sua Beatitudine Alessandro I°, Arcivescovo d’Italia ed Eparca di Ravenna e Aquileia e dal Corepiscopo, Padre Athanasio dell’Eparchia del Mercurion e con la benedizione del Cancelliere Generale Padre Filippo Ortenzi Eparca del Lazio, della Tuscia e delle Terre di Roma. La CHIESA ORTODOSSA ITALIANA autocefala nasce dalla linea ideale della grande Chiesa d’Oriente Assiro Caldea o Nestoriana, la più antica base storica e teologica della tradizione Ortodossa. L’opera in Italia è stata avviata da padre Leopoldo Adeodato Mancini, e ora proseguita da Alessandro I°, vuole essere una istituzione ecclesiale finalizzata a vivere l’Ortodossia ed il Cristianesimo nella sua declinazione orientale contestualizzare agli Italiani ed ai figli degli ortodossi stranieri, ma nati nel nostro paese. Tutto questo lo si intende in uno spirito di fraternità, amore ed ecumenismo. La Chiesa Ortodossa Italiana vuole proseguire il proprio percorso ponendosi come estremo baluardo all’opera di “islamizzazione” che i musulmani stanno portando avanti all’interno dei nostri confini ed in tutta Europa.
La messa in suffragio di Benito Mussolini, che valenza ha per Enzo Vacalebre?
Il 28 aprile è il momento del dolore, del ricordo e della riflessione che, ancora oggi, per milioni di Italiani che credono nel socialismo fascista è importante. E’ un giorno del 1945 che ha “visto” il brutale e selvaggio omicidio di Benito Mussolini, ci tengo a ricordare che anche i peggiori gerarchi nazisti hanno avuto un regolare processo internazionale. Una repubblica nata da un’atroce barbarie non può essere, a mio avviso, legittimata fino a quando gli eredi morali non chiederanno scusa a tutto il Popolo italiano degli orrori commessi anche da parte loro. Il ricordo del Duce è un’offerta che accomuna la tutta destra italiana, in questo nefasto giorno, anche per un solo minuto. E invece lo scorso anno hanno continuato con il vilipendio negando la celebrazione. Ma quest’anno non sarà così. La liturgia si farà.
Pensi di poter tornare sui tuoi passi magari dopo un incontro con Morosini, da “pecora nera” smarrita ?
Non credo che ciò potrà più avvenire. L’incontro sarebbe dovuto avvenire lo scorso anno e sarebbe servito a Morosini a dare una motivazione cristiana della scelta operata. Ossia negare una liturgia per una persona trucidata 70 anni fa e che nel solco di una ritualità reggina veniva celebrata molti decenni. La messa si sarebbe dovuta officiare anche per ricordare tutti caduti della Repubblica Sociale Italiana ed tutti coloro che hanno creduto nell’onore e nella grandezza del popolo italiano. Morosini ha negato il rito a milioni di donne, bambini ed uomini italiani morti durante e dopo la guerra, sul suolo italiano e straniero. Morti per un ideale. Ha negato l’esistenza della “pietas cristiana”. Il tutto è stato decifrato da noi come atto di sottomissione alla politica locale e nazionale, facendoci ripiombare in pieno oscurantismo medioevale. E per me, cultore intimo della libertà di pensiero, è stato un evento dirompente. E da uomo libero ho compiuto la mia scelta. Ponderata, interiore affrancandomi da un mondo che non mi appartiene più.