Bistrattato, sostituito, ingiustamente accusato. Il burro così come molti latticini fanno bene tanto da poter scongiurare il diabete. A sostenerlo uno studio pubblicato sulla rivista PLOS One che Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ritiene opportuno portare all’attenzione del pubblico italiano troppo spesso abituato a falsi stereotipi connessi all’alimentazione. I risultati suggeriscono che il burro potrebbe giocare un ruolo cruciale nell’arrestare un’epidemia che sta imperversando in Europa. Come? Grazie ad un tipo specifico di grasso saturo, chiamato acido eptadecanoico. Lo studio condotto nientemeno che sui delfini dalla National Marine Mammal Foundation ha scoperto infatti che questo grasso saturo, potrebbe contribuire a invertire il prediabete negli esseri umani. I ricercatori marini hanno scoperto che i tursiopi possono sviluppare la sindrome metabolica, una condizione subclinica che viene appunto chiamata prediabete negli esseri umani. “Per capirla meglio, abbiamo iniziato ad esaminare la loro dieta, che è essenzialmente di pesce”, ha affermato Stephanie Venn-Watson, autore principale dello studio. Il team di scienziati ha iniziato valutando i livelli ematici degli acidi grassi omega 3 in 49 delfini, così come nei pesci di cui si cibavano. “Siamo stati sorpresi di rilevare che tra i 55 acidi grassi studiati, l’acido eptadecanoico o margarico sembra aver avuto l’impatto più positivo sul metabolismo dei delfini: i mammiferi con i più alti livelli di questa sostanza nel sangue avevano insulina e trigliceridi bassi”. Lo studio ha anche mostrato che, mentre alcuni pesci hanno livelli elevati di acido margarico al loro interno, altri non ne hanno, suggerendo possibili ‘dritte’ per modificare anche la nostra dieta. La scoperta del Nmmf si allinea con la crescente evidenza scientifica che dimostra come alcuni grassi potrebbero non essere così negativi come si pensava in passato. Inoltre secondo gli esperti, le migliori fonti di questa sostanza nutriente sono lo yogurt, il latte intero e soprattutto l’amato burro. I ricercatori hanno concluso lo studio mettendo sotto accusa la tendenza dei caseifici ad abbassare o ad eliminare addirittura il contenuto di grassi nei prodotti caseari. Questo trend, a sua volta “potrebbe avere un ruolo nella pandemia globale del diabete.” L’altra notizia che l’acido eptadecanoico può anche essere presente in pesci e segale. Questo significa che ora possiamo mangiare burro senza sensi di colpa? Venn-Watson dice: “Il burro può avere sia grassi saturi buoni che cattivi, ma è sempre meglio parlare con il medico prima di apportare modifiche alla dieta”.
Giovanni D’AGATA