Lago, da quarant’anni la magia del Presepe

Percorrere con il ricordo una città che non c’è più, dando modo alle nuove generazioni di riscoprire il passato. Il presepe allestito a Lago, nell’incanto della chiesa di San Giuseppe, non è solo una pregevole rappresentazione artistica, ma è una vera e propria macchina del tempo.

I maestri, che da tanti anni si dedicano alla realizzazione dell’opera, con una cura del dettaglio quasi maniacale ricostruiscono gli scorci più caratteristici del centro storico, consentendo ai visitatori di diventare parte integrante del presepe stesso.

Camminando si riscoprono le botteghe artigianali cancellate dal defluire del tempo e dal progresso e si rivedono le tradizioni che la modernità non riesce ancora ad annientare. Al resto ci pensano le storie di coloro che rivedono le strade in cui hanno giocato o i balconi sotto cui hanno sospirato e gioito d’amore.

Quest’anno è la via di San Giuseppe, l’ex via delle Vigne, ad essere protagonista. Il presepe è figlio della costanza: da quarant’anni un gruppo di persone si ritrova all’inizio di ottobre per costruire un’opera monumentale che affascina per ricercatezza e meraviglia. Il loro impegno è paragonabile a quello dei missionari: lavorano senza chiedere nulla, per il semplice piacere di osservare gli occhi felici di un bambino che sorride per ciò che ha di fronte a sé. Null’altro. Non ci sono ricompense.

L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Vittorio Cupelli, come le altre che si sono succedute in passato, non fa mancare il proprio supporto, contribuendo all’acquisto dei materiali necessari. Il resto è solo ingegno e pazienza. Chi si alterna tra stucchi e chiodi sono soprattutto amici: Fedele Piluso, Franco Cavaliere, Vittorio Mazzuca, Luca Muto, Beniamino Naccarato, Carmine Sesti, Doriano Pressede, Michele Scanga, Antonio Politano, Andrea Mazzuca e Nicola Scanga sono alcuni dei giovani e meno giovani che lasciano da parte gli affetti familiari per dare forma e sostanza ad un sogno che dal 1975 si materializza in maniera costante.

Al loro fianco, quest’anno, Mario Aloe e Aurelio De Luca che hanno collaborato per il restauro dei pastori antichi. L’apertura al pubblico del presepe è fissata per la notte di Natale. Dopo la celebrazione della santa messa, i fedeli, ma non solo, potranno percepire il messaggio di pace che la natività esprime facendosi rapire dalla maestosità delle costruzioni e dall’accuratezza del dettaglio. L’invito alla visita è d’obbligo: il presepe di San Giuseppe è essenza stessa del Natale

comunicato stampa

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