Il consigliere Filippo Burrone: «Forza Italia ormai è un circo, qualcuno ci porti i pop corn»

Filippo BurroneRoba da ridere, se non ci fosse da piangere. Quello che sta avvenendo dentro Forza Italia è una pantomima degna della peggiore tra le rappresentazioni circensi. Peccato che però a farne le spese siano i calabresi. O meglio quei pochi coraggiosi che hanno deciso di affidare il loro consenso a lor signori, che adesso fanno a gara a spartirsi i pezzettini di una torta che però, nel frattempo, si è trasformata in un pasticcino secco”. Un partito (se è ancora lecito utilizzare questa parola) completamente allo sbando. Sono gli stessi consiglieri regionali di Forza Italia a parlare di “malumori di simpatizzanti, dirigenti di partito, amministratori che nn possono sopportare uno stato di abbandono e di confusione”. Accuse a cui fa eco chi, da autorevole esponente di quel partito, parla di “spettacolo poco edificante, poco rispettoso nei confronti della gente”. A Reggio abbiamo sorriso osservando la corsa dei consiglieri comunali di minoranza, tutti affannati a scendere dal cavallo stanco e zoppicante dello scopellitisimo, per ripararsi sotto il tendone circense ora abitato da nani, pagliacci e saltimbanchi. Così come ci siamo scandalizzati quando la stessa aula del Consiglio comunale si è trasformata nel teatro di una sorta di congresso cittadino di Forza Italia. La verità è che non si capisce più chi sta con chi. Ma si capisce perfettamente per che cosa. Poltrone, anzi poltroncine, forse più corretto dire sedioline, pieghevoli ovviamente, e facilmente riposizionabili, da adagiare sul soppalco della politica in attesa di qualche piccola prebenda che, in tanti, in troppi forse, sperano che prima o poi potrebbe arrivare. I consiglieri della minoranza ci dicano: ora che non stanno più con Scopelliti, stanno con la Forza Italia dell’una o dell’altra parte? Parlano a titolo personale o sono emanazione di quella o quell’altra corrente? Evidentemente qualcuno è rimasto disorientato dal fatto che alcuni di essi abbiano deciso di gettare la maschera, tradendo il mandato elettorale, in nome di posizionamenti politici, per nulla rispondenti allo spirito di servizio nei confronti dei cittadini che dovrebbe accompagnare il ruolo di qualsiasi amministratore pubblico. E mentre loro si affannano a cercare la maniglia giusta per aggrapparsi alla cordata vincente, o quella che sperano tale, la gente osserva divertita la rappresentazione circense, in attesa che qualcuno passi con i pop corn. E noi ci limitiamo a registrare la meschinità dei comportamenti, di personaggi che, a furia di continui cambi di casacca e salamelecchi incrociati, ormai non rappresentano più nulla se non se stessi, in attesa che le prossime tornate elettorali li spazzino via, definitivamente, dalla panorama politico regionale e cittadino.

Filippo Burrone

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