Il Governo presieduto da Silvio Berlusconi ottiene per l’ennesima volta la fiducia delle camere. Questa volta su 617 votanti sarebbero bastati 309 voti e la maggioranza ne ha ricevuti 316. La cosa che ha fatto molto discutere è stato il mascherato astensionismo delle opposizioni che hanno atteso la seconda chiama per entrare in aula. I deputati del PD e gli alleati speravano che invece non raggiungendosi il numero legale si invalidasse la seduta ed il Governo venisse sconfitto e “affondato”. Ma i conti non erano stati fatti correttamente, poiché i radicali, anch’essi all’opposizione, hanno presenziato e votato regolarmente, in nome di una correttezza intellettuale che invece non alberga nello spirito di chi ,per interessi di partito, avrebbe fatto perdere un altro giorno di tempo al nostro governo. Sono gli stessi che poi si lamentano dell’immobilità parlamentare che bloccherebbe l’Italia. Le grida “BUFFONI” che hanno accompagnato l’entrata in aula dell’opposizione sono dovute proprio al fatto che durante la prima chiama si erano totalizzati già 322 votanti e si era smascherato il piano di Bersani e soci. Espressa la sua soddisfazione con giornalisti e colleghi, il Premier con il Sottosegretario alla Presidenza Gianni Letta, si è recato dal Presidente della Repubblica, e si è soffermato quasi un ora per rassicurare Napolitano sulla tenuta della sua maggioranza ed aggiornarlo sulle sue prossime mosse. Berlusconi annuncia che nella settimana prossima si varerà il decreto per lo sviluppo al quale si aggiungerà l’introduzione di tagli ad alcuni ministeri, resi indispensabili dalla situazione finanziaria dello stato e su chi si dovrà discutere a lungo per trovare la soluzione meno penalizzante.
Fabrizio Pace