Definire Dan Peterson una leggenda della storia dello sport è un eufemismo. Dan Peterson è un personaggio che ha rivoluzionato il modo di giocare a basket in Italia; è un uomo che si è fatto apprezzare per le sue grandi doti di comunicatore ed il maestro di tutti quelli che hanno intrapreso la carriera di giornalista-telecronista dello sport con la palla a spicchi. Senza il suo impatto a trecento sessanta gradi, forse il basket non avrebbe mai avuto successo nel Bel Paese; invece questo piccolo grande uomo proveniente dalla Stato dell’Illinois arriva in Italia, vince quattro scudetti sul campo e svariate coppe internazionali; dopodichè, si mette davanti allo schermo e ci racconta come si gioca nella NBA mischiando le sue conoscenza della terra d’origine a nozioni tecniche ancora oggi stravalide. Il tutto con il suo italiano mischiato al suo inglese per un timbro di voce che è un marchio di fabbrica. Dan Peterson adesso è un uomo che di anziano ha soltanto l’anno di nascita perché spirito e voglia sono gli stessi di trent’anni fa e lo ha dimostrato accettando di tornare in panca dopo oltre vent’anni la stagione scorsa quando si è preso il difficile compito di risollevare la sua Milano in crisi di risultati. Peterson ha traghettato l’Olimpia conquistando la semifinale dei play-off; dopodichè si è messo da parte tornando ad essere uno splendido telecronista ed un uomo sempre vicino al basket anche come testimonial di squadre di qualsiasi categoria. Infatti, Dan Peterson può capitare che in alcuni giorni in cui la mattina tiene a battesimo la prima uscita ufficiale della nuova Armani jeans Milano targata Sergio Scariola e la sera si vola a Reggio Calabria a fare gli auguri all’Olympia Basket, società emergente del basket femminile. Il suo passaggio in riva allo stretto è stato salutato con grande entusiasmo da parte di tutti i presenti alla conferenza di inizio stagione della società di Pasquale Melissari che si è scelto un padrino d’eccezione: “Reggio Calabria è una piazza storica del basket italiano e mi fa sempre piacere venire a trovarvi – dice l’inventore della famosissima zona uno tre uno- non ho mai avuto l’onore di sfidare la principale realtà cestistica di questa città sul campo ma ho avuto modo di seguirela Viola in più di un’occasione nelle mie vesti da giornalista e devo dire che,da queste parti, sono passati fior di campioni del calibro di Ginobili, Volkov e Sconochini”. Erano altri tempi; erano tempi del grande basket che Peterson ha contribuito in modo straordinario a farlo diventare una disciplina di grande interesse prima del declino degli ultimi tempi: “Quando sono arrivato io, la pallacanestro era poco conosciuta ma tutti coloro che hanno operato in quel periodo sono stati capaci di dare vita a dei progetti ed idee che hanno portato il basket quasi a competere con il calcio. Purtroppo non c’è stata continuità di intenti e non si è sfruttato il grande movimento creato perché, adesso, si pagano alcune scelte sbagliate e non ci si è saputi adeguare alla nuova realtà sportiva. Peccato perché c’era grande entusiasmo intorno al basket ed in cuor mio spero che si possano ricreare certe condizioni, anche se non sarà facile. In ogni modo vedere che ci sono realtà che hanno grande entusiasmo anche qui al Sud mi dà fiducia e spero che si possa ritornare ad avere un certo seguito.”. E’ ovvio che servono anche risultati dal punto di vista sportivo: “ Per attirare fan serve che la tua squadra vinta e che il movimento produca. Adesso siamo in una fase di difficoltà, anche se la nazionale di Pianigiani ha mostrato dei timidi segnali di ripresa negli Ultimi Europei. Bisogna fare un passo alla volta ed accettare anche i piccoli miglioramenti anche perché non ci sono più i mezzi economici di una volta.” Dan Peterson, uomo saggio, uomo di sport, grande comunicatore…un elenco di infinite doti che formano un personaggio avanti anni luce rispetto alle sue generazioni e che si può considerare ancora in un piano superiore ancora oggi nonostante siano passati oltre trent’anni dal suo sbarco in Italia.