La notizia è una di quelle destinate ad aprire un enorme dibattito all’interno della complessa e controversa vita democratica della nostra città che è un po’ il riflesso, certamente più piccolo, di quella nazionale. La Prefettura, infatti, ha revocato l’interdittiva antimafia emessa nei confronti del socio privato della Leonia, Calabria Agenda Ambiente, un provvedimento molto dibattuto, quello, che, come si ricorderà, aveva rappresentato uno dei principali elementi d’accusa nei confronti dell’allora amministrazione comunale, condizionando inevitabilmente la decisione che ha poi portato allo scioglimento del Comune di Reggio Calabria per infiltrazione mafiosa.
Si tratta di una tappa ulteriore – certamente decisiva giacché allontana lo spettro, più volta citato dagli oppositori politici, dell’inquinamento mafioso – di quel complesso percorso giudiziario iniziato quasi tre anni fa e che il 3 giugno scorso ha già visto l’assoluzione definitiva con formula piena per non aver commesso il fatto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiose nei confronti di Angelo Mannucchi, l’amministratore del socio privato della Leonia.
Non si può tacere che, nel corso degli ultimi mesi e, soprattutto, delle ultime settimane – da quando cioè il Premier Renzi, rispetto alla ben più grave situazione in cui si trova la Capitale, ha giudicato lo scioglimento come atto dai risvolti politici – la vicenda che ha riguardato la nostra città è tornata fortemente alla ribalta e non v’è dubbio che la revoca del provvedimento interdittivo provocherà non soltanto il riacutizzarsi di polemiche e scontri politici ma anche e soprattutto il sorgere di interrogativi legittimi e di delicate conseguenze pratiche.
Dall’avvenimento che riguarda la nostra città, in primo luogo, emerge che il nuovo provvedimento va a ribaltare il precedente provvedimento adottato il 25 febbraio del 2013, consentendo pertanto alla Leonia di tornare ad operare sul territorio. In secondo luogo, bisognerà capire quale posizione dovranno assumere le istituzioni dinanzi al riconoscimento dei debiti per ben 23 milioni di euro. Questione delicata, questa, che apre diversi scenari, primo tra tutti quello che potrebbe veder continuare la liquidazione, incassare i crediti e, quindi, andare in attivo consentendo ai soci di divedere gli utili. Operazione che, tuttavia, potrebbe essere superata qualora il Comune dovesse decidere di acquistare le quote della Leonia dal socio privato, optando quindi a favore dell’internazionalizzazione del servizio di raccolta rifiuti.
Quale che sarà la soluzione e, senza voler lasciarsi andare alla retorica di circostanza, non c’è dubbio che la triste e tragica vicenda che ha colpito in questi ultimi anni la nostra città, soprattutto in merito all’epilogo del caso Leonia, determinerà conseguenze che, ancora una volta, saranno pagate amaramente dai cittadini.