La scoperta delle proprietà nutrizionali del peperoncino, che è un serbatoio naturale di vitamine, valse un Premio Nobel, nel 1937, allo scienziato ungherese Albert Szent Gyorgyi che, proprio attraverso questa pianta appartenente alle famiglie delle Solanacee, contribuì a debellare lo scorbuto tra i naviganti. Ancora oggi, si esplorano le proprietà salutistiche del peperoncino, e in particolare del suo principio attivo: la capsicina o capsaicina. Che è stata protagonista del convegno promosso, oggi pomeriggio a Rieti, alla prima Fiera campionaria mondiale del peperoncino ‘Rieti cuore piccante’. Salute, bellezza, e cura della fertilità, sono stati i temi del confronto medico-scientifico odierno su questo prodotto ortofrutticolo presentato dagli esperti come panacea, peraltro senza significative controindicazioni se si evita il consumo in caso di allergia, e da parte delle donne in gravidanza o che allattano, nonché dei bambini under 12. “Studi sperimentali recenti in vitro, e in vivo sui ratti, hanno dimostrato che la capsicina – ha detto Bruno Amantea, direttore della scuola di specializzazione in Anestesia e Rianimazione dell’Università Magna Grecia di Catanzaro – riesce a determinare la morte programmata delle cellule deviate nei casi di tumori della prostata. Perdipiù con un dosaggio molto basso: 300 milligrammi per tre volte la settimana. Anche a tavola, il peperoncino abbatte l’uso del sale i grassi cattivi, migliorando quelli del cuore. Aiuta a proteggere il cuore e previene l’arteriosclerosi. Tutte le sperimentazioni auspicano ulteriori studi per far diventare il peperoncino un farmaco, strumento di cura attraverso la medicina ufficiale. Già oggi esistono pomate per la cura del dolore, le terapie post-herpetiche, e i disturbi della prostata. Ma la Fiera di Rieti ha evidenziato il potenziale contributo del peperoncino, un prodotto povero che può dare ricchezza alla filiera medica”. Questa multiforme pianta, di cui esistono ben 1200 varietà in Italia e 4500 nel mondo, è anche amica della bellezza. “Sulla pelle – ha sottolineato il responsabile del servizio Dermatologia presso il Sandro Pertini di Roma, Walter Marmo – il peperoncino, ricco di vitamina E, ha poteri nutrizionali e aiuta a superare lo stress ossidativo. Viene utilizzato per curare l’herpes zoster e la nevralgia herpetica e fastidiose patologie come il cosiddetto Fuoco di Sant’Antonio, mentre recenti studi hanno riconosciuto l’azione antitumorale. Il peperoncino infine trova spazio anche in cosmesi per mantenere il trofismo cutaneo e, stimolando la crescita della papilla del pelo, nei prodotti anti-calvizie. Non ultimo, gli studi effettuati su tori e maiali, hanno dimostrato che il peperoncino stimola la mobilità degli spermatozoi, e quindi favorisce la fecondazione”.