Le piogge degli ultimi giorni hanno messo a dura prova tutto il territorio dell’area dello Stretto. Dopo i danni ingenti creati dalle perturbazioni dei primi giorni di settembre, altri smottamenti, frane e allagamenti si sono succeduti nelle due città. Partiamo dalla zona Messinese. Tutta la popolazione ancora scossa dalla tragedia di Giampileri dello scorso anno, è rimasta con il fiato sospeso rimanendo svegli per due notti a sorvegliare i propri averi e le proprie vite. Sul versante reggino le cose non sono andate meglio. Veri e propri fiumi in piena per le vie della città, allagamenti di seminterrati e androni, interruzioni di strade e isolamenti di interi paesi. La situazione anno dopo anno diviene sempre più insostenibile, gli enti addetti alla manutenzione ordinaria e straordinaria spesso si dimenticano in fretta di quello che accade e lasciano tutto in mano alla provvidenza divina. Ci si domanda spontaneamente se in un momento di crisi come questa, non sarebbe utilissimo avviare un piano di riassetto e riprogettazione del territorio attraverso opere di ingegneria idraulica e naturalistica, sistemando i costoni a rischio, canalizzando le acque reflue, e mettendo in sicurezza le zone più pericolose. Come primo livello si avvierebbe un lavoro che creerebbe un indotto lavorativo per diversi settori, e come secondo livello si cercherebbe di lenire le ferite di un territorio sempre più sfregiato e deturpato. Basti pensare che nella nostra città tutti i tombini non reggono la portata delle acque piovane e in aggiunta sono tutti intasati. Di conseguenza le acque si impadroniscono delle strade e scorrono liberamente, trasformando queste ultime in vere e proprie fiumare. Non è possibile che ognuno di noi alla minima pioggia debba rimanere barricato in casa, non potendosi recare al lavoro o in qualunque altro posto, per paura di rischiare la propria vita. Le denunce dei cittadini sono molteplici, ma le amministrazioni sembrano non sentire di queste richieste. Gli abitanti del messinese intervistati subito dopo i danni subiti, si lamentavano del fatto di essere stati abbandonati da tutti e da tutto. La Protezione Civile, fiore all’occhiello italiano, assente totalmente. Solo le Forze dell’Ordine hanno dato i primi soccorsi. Purtroppo in Italia è una prassi oramai, si va avanti di emergenza in emergenza, cercando di mettere delle pezze. Ma questa politica di non governo del territorio negli ultimi trent’anni ha portato allo sfascio totale del tessuto. Aspettando che qualcuno pensi a un piano serio di sicurezza e recupero, intanto la popolazione si arrangia come può.
Salvatore Borruto