di Antonella Postorino (architetto – agente di sviluppo territoriale) – Reggio Futura
Reggio Calabria – Che il progetto per le “ Bretelle del Sant’Agata ” fosse un’opera “strategica” per la futura Città Metropolitana nessuno lo ha mai messo in dubbio, soprattutto se si ripercorre con puntualità tutto l’iter procedurale dall’avvio degli espropri (2009) fino all’approvazione del progetto esecutivo (2012). Iter “brutalmente” sospeso durante il commissariamento (2012-2014) e riavviato con la semplice pubblicazione del bando per l’appalto dei lavori solo nei giorni scorsi.
Pensare che quest’ultima fase possa far intendere che l’opera rappresenti in risultato da attribuire all’impegno e alla volontà dell’attuale Giunta suscita qualche perplessità. Risale infatti, al 2009, l’accordo tra l’ANAS e l’Amministrazione Comunale di Reggio Calabria, convenzione senza la quale oggi non esisterebbe lo svincolo di collegamento a servizio delle bretelle del Sant’Agata.
La giunta di centro Destra, riuscì infatti a concretizzare la progettualità passata il 26 gennaio 2010 in fase definitiva con l’acquisizione delle aree e parere favorevole da parte della Regione Calabria per la necessaria “Variante” al PRG. Il primo stralcio del progetto esecutivo fu favorevolmente deliberato il 07/12/2010, mentre il 30/03/2012 la giunta Arena concluse la seconda fase, successivamente abbandonata negli anni del commissariamento. Dal punto di vista della sostenibilità finanziaria, per garantire la realizzazione dell’opera, fu previsto un primo finanziamento attivato dall’Amministrazione Comunale che in seguito venne implementato con un secondo finanziamento, inserito nel “PIANO della MOBILITA’”, grazie all’azione sinergica tra il governatore Scopelliti e il sindaco Arena. Oggi, dopo tre anni di inerzia, finalmente si è dato avvio alle procedure di gara che scadranno il 17 novembre.
Tenendo conto dell’impegno dell’attuale amministrazione, durato un anno solo per mandare a gara un lavoro già in fase avanzata, è auspicabile che si sia provveduto ad aggiornare il Quadro Economico del progetto, tenendo conto degli aumenti della manodopera entrati in vigore dal 1 luglio 2015, perché se così non fosse il rischio di incorrere in contenziosi con le imprese appaltatrici sarebbe elevatissimo con gravi le conseguenze anche qualora i cantieri venissero avviati. Spieghi, invece di millantare, l’assessore Quattrone perché richiama all’attenzione mediatica progetti di viabilità alternativa lungo l’asse del torrente Calopinace fino all’area parcheggio del CEDIR, quali opere che l’attuale amministrazione pur riconoscendo come indispensabili e strategiche per garantire un sistema di mobilità a “misura di cittadino” siano, nei fatti, bloccate a causa del definanziamento per circa 90 milioni del piano della Mobilità causato dal mancato rispetto dei tempi della progettualità.
E’ chiaro l’interesse dall’attuale giunta Falcomatà, a dare continuità agli interventi voluti e pianificati dalle giunte di Centro Destra cercando di spacciarli come azioni amministrative proprie; sarebbe forse più serio e coerente abbandonare la politica degli annunci e delle sceneggiate e dare il giusto seguito alla legittima azione a tutela degli interessi della Città, rivendicando verso il Governo centrale, un risarcimento dei danni derivanti dal commissariamento politico che ha causato il grave ritardo nella costituzione della città Metropolitana e la perdita di ingenti risorse che compromettono la stessa fattibilità di opere strategiche.
Di questo l’assessore Quattrone e lo stesso sindaco dovrebbero parlare ad una Città che soffre quotidianamente a causa di una economia asfittica e depressa da una pressione fiscale e dalla crisi occupazionale che sempre di più si espande a macchia d’olio adombrando ogni prospettiva di sviluppo e costringendo circa 6000 di giovani (e meno giovani) nel triennio 2012-2015 ad oggi ad andare via da Reggio.