Come preannunciato nell’arco dell’intera giornata di ieri, il premier greco, Alexis Tsipras, in tarda serata, ha annunciato le proprie dimissioni da Capo del Governo. La Grecia sembra, quindi, tornare nel pantano dell’incertezza e dell’instabilità politica, per nulla risolto dalle ultime elezioni che si sono tenute sette mesi fa, esattamente il 25 gennaio, e che avevano saluto il trionfo proprio del leader di Syriza. In quell’occasione, tuttavia, Alexis Tsipras, per consentire la nascita del nuovo Governo dovette far ricorso a una criticata e controversa intesa con i “Greci indipendenti” (partito di destra, conservatore, nazionalista ed euroscettico) che gli consentì di raggiungere la maggioranza assoluta del parlamento greco con 162 seggi.
La storia successiva è abbastanza nota a tutti. Mesi e mesi di duri scontri con le istituzioni europee e con il Fondo monetario internazionale al fine di addivenire a un’intesa che rendesse possibile l’erogazione di nuovi aiuti a favore di Atene, i contrasti con Francia e Germania, i tentativi di avvicinamento alla Russia, sino ad arrivare al famoso referendum del 5 luglio, attraverso il quale il popolo, chiamato ad esprimersi, disse no all’approvazione delle proposte Ue e, quindi, al piano proposto dai creditori internazionali. Nelle settimane successive, tuttavia, la situazione è peggiorata tanto che il Ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, fu spinto a rassegnare le dimissioni. Da molti questa decisione controversa fu considerata, per certi versi, con un primo passo verso il cedimento di Atene. E, in effetti, la storia successiva sembra confermare questa ipotesi. Il Memorandum è stato firmato proprio ieri e, in poche parole e con buona pace dei propositi elettorali della sinistra greca, Alexis Tsipras ha accettato di approvare il piano di riforme e i tagli voluti dal’Ue, con qualche modifica o concessione.
Conclusione, questa, non accettata dall’ormai ex premier ellenico. Secondo quanto riportato dal sito del Tgcom24, infatti, Tsipras, nell’affermare che l’accordo sottoscritto “era il migliore che potessimo ottenere”, ha chiarito di avere “la coscienza a posto”, perché “in questi mesi ho combattuto per il mio popolo”. Il nuovo obiettivo, a questo punto, dovrebbe essere quello di ripresentarsi alle elezioni anticipate, previste entro la fine di settembre, per riuscire ad ottenere un “un forte mandato, un governo stabile”.