L’ex presidente della Camera di commercio Lucio Dattola continua a mandare comunicati stampa che fa ufficialmente firmare al suo vice ma che, tuttavia, spedisce puntualmente dalla sua posta elettronica personale. Dattola é stato soccombente due volte davanti alla giustizia amministrativa, in primo grado nel merito e in secondo grado nel giudizio cautelare. Da sempre la decisione sulla sospensiva anticipa quello che poi è l’orientamento della decisione di merito. A maggior ragione dopo una sentenza (numero 444 del 2015) di primo grado così netta con la quale il Tar reggino, è bene ricordarlo, aveva accolto il ricorso di Confindustria Reggio Calabria annullando il verbale e la delibera approvati dal Consiglio camerale il 3 ottobre 2014 con cui si certificava l’elezione di Dattola per la quarta volta consecutiva, alla guida della Cciaa reggina. Una questione, quella sollevata dagli Industriali reggini, che i giudici amministrativi hanno ritenuto pienamente “fondata”. Ci sarebbe, dunque, ben poco da aggiungere di fronte alla recente pronuncia del Consiglio di Stato che di fatto ha consolidato quanto stabilito nel merito dai giudici del Tar Reggio Calabria. Occorre adesso analizzare l’intera vicenda con lucidità e buon senso uscendo da una contrapposizione del tutto strumentale che, peraltro, non giova al tessuto economico e ad un sistema produttivo che attende invece risposte concrete, serie e autorevoli alla condizione di grave crisi che attanaglia il territorio reggino. In questo senso appare del tutto fuori luogo la difesa a oltranza di una poltrona alla quale Dattola sembra davvero essersi incollato con un potente adesivo. Si tratta di un atteggiamento che sentiamo di dover stigmatizzare perché a pagare dazio è l’economia reggina che di tutto ha bisogno in questa fase così difficile, meno che di sterili querelle legate al mantenimento di rendite di posizione. Servono, semmai, idee, progetti e un deciso cambio di rotta se vogliamo davvero offrire al nostro territorio la possibilità di intravedere la luce in fondo al tunnel. Serve, cioè, tutto ciò che attraverso la Camera di Commercio è possibile fare e che però in questi anni non è stato fatto. Ovvero iniziative e azioni concrete per il rilancio dell’aeroporto, di un sistema turistico in grave affanno e per la valorizzazione delle peculiarità del territorio a partire dal bergamotto. L’era degli enti-carrozzoni è definitivamente tramontata. Ci auguriamo che venga presto posta la parola fine anche alle lotte di potere che per troppo tempo sono andate avanti al loro interno e che hanno perseguito tanti interessi, meno che quelli della collettività.
Antonino Castorina
Capogruppo PD in Consiglio Comunale