GP Korea: il circuito e le attese dei piloti

Si aprirà venerdì mattina la pitlane a Yeongam, quando le monoposto scenderanno in pista per le prime libere del GP di Corea. Un impianto che fino all’ultimo è rimasto in bilico, con l’ultimo strato d’asfalto che è stato posato appena pochi giorni fa. Il Circus si appresta a gareggiare nel primo GP in Corea del Sud non senza qualche preoccupazione, come ha manifestato Nick Heidfeld. “Dal punto di vista di un pilota, la cosa più importante è la consistenza dell’asfalto. Se l’ultimo strato è stato posato da poco, è chiaro attendersi sarà scivoloso e, certamente, assai problematico. È anche vero che potrò dare un parere definitivo solo dopo averci girato”. Non è stato solo il tedesco della Sauber a manifestare le proprie perplessità in merito, anche Rosberg ha dichiarato che “sarà una sfida gareggiare in Corea, il circuito sembra stupendo e spero che l’asfalto tenga”. Yeongam  sarà probabilmente il crocevia per capire qualcosa in più verso chi penderà la bilancia del titolo iridato, nella lotta ormai a tre che si è creata dopo il Giappone. Il duo McLaren sembra esser tagliato fuori, salvo clamorosi passaggi a vuoto dei tre piloti che li precedono; chi non ha alcuna intenzione di lasciare la porta aperta ad un recupero, in quella che è diventata una questione a tre, è Mark Webber. “Ho bisogno di continuare a dare il massimo e vincere; ovviamente, se i miei rivali avranno un weekend difficoltoso sarà un po’ più problematico recuperare. Essere in testa adesso è fantastico, però, ciò che conta sarà esserlo al termine dell’ultima gara e non ci siamo ancora”. Se gli obiettivi sono chiari un po’ per tutti in griglia, cosa li attenderà in Corea?  Il circuito è lungo 5480 metri, con 18 curve che sono un’alternanza di tornanti – che dovrebbero favorire i sorpassi – e curve a medio-ampio raggio. Due lunghi rettilinei, dove la velocità si attende ampiamente superiore ai 300 km/h – a seconda della configurazione aerodinamica scelta dalle vetture – raccordati da due curve secche: due tornanti dove sfruttare la staccata per tentare il sorpasso; alla prima parte molto veloce, si oppone la seconda metà del circuito: sarà importantissimo il carico aerodinamico nell’alternanza di curve a medio e ampio raggio da percorrere in appoggio, cambi di direzione che iniziano con veloci transitori destra-sinistra per poi chiudere sempre più il raggio di curva, fino ad arrivare sul traguardo dopo una serie da seconda e terza. A chi potrà risultare favorevole la pista si saprà solo domenica: il layout del tracciato, il fatto di non avere un asfalto gommato – con le condizioni che cambieranno giro dopo giro – sarà importante controllare l’usura delle gomme, che andrà certamente migliorando sul finire della gara, dopo tre giorni di gommatura. Chi riuscirà a gestire le criticità legate all’usura ed al bilanciamento corretto tra parte veloce e curve guidate, potrà garantirsi un buon margine su chi, invece, andrà in confusione già dal venerdì.

Fabiano Polimeni

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