Giornata calda, anzi torrida, quella odierna, per l’Europa. La “questione greca” – se cosi la si può definire – non è soltanto ben lontana dall’essere anche lontanamente risolta, ma addirittura rischia di aggravarsi ulteriormente. Oltre alle accuse reciproche proveniente da ambo le parti, alle richieste (inaccettabili da parte di Atene) dell’Ue e alla (giusta e comprensibile) ostinazione delle autorità elleniche di rispettare il programma presentato agli elettori in occasione delle ultime elezioni – e, quindi, gli impegni assunti davanti all’interna nazione – non si riesce ad andare.
L’esito, pertanto, potrebbe essere anche di quelli che fino a ieri apparivano impensabili. Anche Atene, che ha sempre scartato l’ipotesi, relegandola al campo della speculazione giornalistica, sembrerebbe avere preso in considerazione l’ipotesi, tanto difficile quanto delicata, dell’uscita dall’eurozona. “Io escludo una Grexit come soluzione ragionevole. Ma nessuno può escludere tutto: io non posso escludere che una cometa impatti la Terra”. Queste sarebbero le parole, come riportate dal sito del Tgcom24, pronunciate oggi dal ministro delle Finanze greco Janis Varoufakis.
La situazione creatasi tra la Grecia e le autorità europee – Bce e Commissione – con il supporto del Fondo monetario internazionale, sta diventando insostenibile e sia l’economia e che la borsa greche iniziano a risentirne in modo ormai non più tollerabile, determinando inevitabili ripercussioni sul resto delle più importanti borse europee. Le richieste del Governo ellenico, concentrate sulla ristrutturazione del debito e sull’allungamento delle scadenze per la restituzione dei prestiti, affiancate dal rifiuto di ulteriori prestiti, continuano a non essere accolte e lo stesso vale per quelle dei creditori che, invece, prevedrebbero, tra l’altro, la riforme delle pensioni e l’aumento dell’Iva. Alle voci dei creditori si uniscono, inoltre, quelle provenienti dalla Germania, che accusano la Grecia di scarsa trasparenza e di irresponsabilità.