Usare la formula “The day after”, probabilmente è una forzatura temporale, essendo passati non uno ma ben quattro giorni dalla elezioni regionali. In un’accezione più ampia, tuttavia, possiamo dire che “i giorni dopo” le tanto temute (da qualcuno) ma (da qualcun’altro) tanto desiderate elezioni iniziano a lasciare sul campo feriti e vincitori, con tutte le conseguenze del caso.
Feriti e vincitori, ma a rimetterci è l’Italia
Forza Italia e il Pd sono senz’altro i grandi sconfitti di quest’ultima fatica elettorale regionale che ha visto il partito di Silvio Berlusconi proseguire incessantemente nella strada dell’auto disgregazione, tanto da perdere persino la Campania nonostante l’avversario di Caldoro, Vincenzo De Luca, fosse finito nella lista nera della Bindi e fosse colpito dalla Severino; e il partito di Matteo Renzi perdere, nemmeno a distanza di un anno, il patrimonio di voti conquistato a suon di 80 euro alle ultime europee. Il Cavaliere non tira più e il centrodestra ha necessità di riunirsi attorno a una nuova figura carismatica, mentre l’ex rottamatore e sindaco di Firenze cade sia sotto i colpi delle divisioni interne alla sinistra italiana e di coloro che hanno voltato le spalle al “suo Pd” sia a causa di un modus operandi che ha deciso di concentrare la ripresa italiana sulla piena subordinazione alle imposizioni europee e mondialiste. A livello europeo il nostro Paese non conta nulla e, se in futuro balzerà agli onori della cronaca, sarà soltanto per essersi piegato supinamente alle richieste dei mercati che stanno trasformando l’economia in senso sempre più capitalistico e accentratore (nel senso che la ricchezza si va via via sempre più concentrando nella mani di pochi che, cosi, posso fare il bello e il cattivo tempo, condizionando qualsivoglia processo democratico) e per aver trasformato l’Italia in un grande discount per avvoltoi stranieri.
Servono un’alternativa e una nuova leadership
Serve un’alternativa: ormai è da mesi che quest’affermazione viene ripetuta quasi come fosse una filastrocca in ogni occasione possibile. Ma, almeno per il momento, all’interno del centrodestra non c’è una visione strategica comune. Le regionali hanno, tuttavia, certamente messo in evidenza alcune aspetti. Uno: se va unito il cdx vince o, comunque, aumentano drasticamente le possibilità di vittoria; due: Forza Italia ha perso il ruolo di guida, cedendolo alla Lega nord di Salvini che punta a radicarsi anche al sud; tre: sale anche Fratelli d’Italia che, dal canto suo, punta a riunificare la destra attorno a un progetto concreto e inclusivo. Non v’è dubbio, pertanto, che le maggiori figure che all’interno del centrodestra ispirano maggiore fiducia siano proprio il leader del Carroccio, Matteso Salvini, e il Presidente di FdI, Giorgia Meloni. Entrambi, peraltro, anche recentemente, si sono più volte dichiarati a favore delle primarie.