Oggi, 10 maggio 2015, è la Festa della Mamma in molti paesi del mondo. E’ una di quelle ricorrenze che si possono definire feste mobili. Solitamente in Italia, in cui è stata introdotta negli anni cinquanta, è consuetudine che cada la seconda domenica di maggio. Le origini la fanno risalire agli U.S.A. al 1868, su iniziativa delle pacifiste americane Ann Jarvis (il giorno della sua morte, 9 maggio, è divenuta anche per qualche tempo, il giorno della festa) e di sua figlia Anna, e poi di Julia Ward Howe. Gli States sono molto sensibili alla festa della mamma, per esempio oggi a New York, nei suoi quartieri, da Manhattan al Bronx, si organizzano svariate attività da vivere in famiglia tra musei, ristoranti, Spa e parchi all’aria aperta. Anche questa, come tutte le ricorrenze, è divenuta in parte un’occasione commerciale. Qualche settimana fa, su Il Giornale, uscì un articolo”Asilo abolisce le feste del papà e della mamma: “La famiglia è cambiata”. Noi invece riteniamo che quelle feste siano, tra tutte quelle che sono state inventate, le uniche insostituibili. Ci si lamenta tanto della decadenza dei valori fondamentali nelle nuove generazioni e poi non si vogliono festeggiare le basilari figure di riferimento che i figli hanno in tenera età? Tanto più che oggi il ruolo della madre è delicatissimo e sta attraversando una fase di assestamento così come la, famiglia oggi sempre più lontana dall’immaginario tradizionale. Le varie teorie gender, il riconoscimento delle coppie omosessuali, offrono inevitabilmente nuovi scenari ai quali adattare la figura della mamma, il quotidiano americano New Yorker fa discutere da anni nelle sue copertine dedicate a questo giorno (in una mostra una coppia di donne lesbiche che riceve un biglietto d’auguri dai figli). Qui da noi preferiamo rimanere amabilmente ancorati alla tradizione. La lecita e legittima preoccupazione è che un domani, non molto lontano, forse, potrebbe non essere più identificata come festa della mamma, ma come festa del genitore 1 o 2. Nell’era del consumismo, della globalizzazione, del relativismo di comodo, la mamma potrebbe essere identificata solo con un numero, nel pieno rispetto del politicamente corretto inchinato alla distruzione dell’uomo e della donna, rivolto a creare un “ibrido”. Per ora AUGURI a tutte le mamme, finché ci è concesso.
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About the Author: Fabrizio Pace
Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.