Con le dovute proporzioni e senza voler fare facili accostamenti, qualcuno potrebbe dire “je suisi Matteo Salvini”. Secondo quanto diffuso dallo stesso leader della lega nord attraverso la sua pagina Facebook, che ha preso la decisione di bloccare il profilo personale dell’eurodeputato lombardo per 24 ore.
Il motivo? Se si considerano gli accadimenti delle ultime ore, le affermazioni dure e provocatorie e le repliche provenienti da più parti, è facilmente intuibile. Facebook ha “sanzionato” la presenza delle parole “zingari” e “zingare” in due post pubblicati dal numero uno del Carroccio.
Tutto, probabilmente, è da ricondursi alle aspre polemiche che stanno accompagnando, da tempo incalcolabile ormai, le dure prese di posizioni del numero segretario della Lega in materia di campi rom, sgomberi, diritti da riconoscere, doveri da esigere. Molto spesso i toni usati, provocatori, hanno generato forti contrapposizioni a livello politico e creato strascichi anche sui social network.
Senza voler entrare nel merito della questione, tuttavia, corre l’obbligo di ricordare che la libertà di espressione, oggi “forse limitata”, viene da più voci invocata quando le critiche, aspre e pesanti, vengono rivolte verso altre categorie di individui.
Basti soltanto pensare ai continui attacchi alle religioni, Islam e Cristianesimo in testa. Per non tacere, poi, della satira. Episodi come questi, pur nel doveroso rispetto delle varie posizioni culturali e personali, scrivono pagine opache di libertà di espressione, una libertà di espressione “condizionata”.
Il leader leghista, tuttavia, non si è scomposto e, come è nel suo stile, ha risposto in modo ironico e provocatorio, invitando i suoi sostenitori a pubblicare “Iva Zanicchi e la sua canzone “Zin*ara”?”. “Vediamo – conclude – se anche così si viene bloccati!”