Il Pew Research Center di Washington, insieme all’International Institute for Applied Systems Analysis, dopo un lavoro di 6 anni, per la prima volta è in grado di esibire proiezioni demografiche sulle religioni a livello globale. Queste previsioni sono state elaborate mettendo assieme più di 2500 fra censimenti e sondaggi, e intrecciando i dati sull’età, la fertilità, la mortalità, le migrazioni e “conversioni” di ogni genere. Sempre “ammesso che le tendenze attuali si confermino” e che non intervenga un qualsiasi evento funesto a scombinare le previsioni, ovvero “guerre, carestie, pestilenze, innovazioni tecnologiche o sconvolgimenti politici”. Ma che quello previsto un domani si avveri o no, resta comunque una lettura molto interessante, quella di queste previsioni americane, perché aiuta a inquadrare tante dinamiche geopolitiche di oggi, perfino meglio di una mappa dei pozzi di petrolio mediorientali. Come si legge nella ricerca, riportata anche in un articolo su huffingtonpost.it, la prevista esplosione demografica globale dell’Islam avverrà grazie alla sua “popolazione relativamente giovane, [con] il più alto tasso di fertilità a livello internazionale”, che a fronte di una prospettata crescita del 35% degli abitanti del pianeta, sembra che arriveremo a quota 9,3 miliardi, ne vedrebbe aumentare i devoti di un vertiginoso 73%. E per quanto anche il numero dei cristiani risulti complessivamente in crescita, la velocità è più o meno la metà. Le tabelle del centro studi di Washington rivelano che la parità numerica fra cristiani e musulmani sembra avvicinarsi a grandi passi con l’ipotetico sorpasso entro il 2070. E sarà il continente africano, con la sua popolazione in crescita, si legge sempre nella ricerca, l’ago della bilancia. Ma si tiene anche conto per i cristiani della possibile espansione della propria religione in Cina nei prossimi decenni, e per i musulmani dell’insorgenza di eventuali crisi di fede che potrebbe essere critica per loro. Scendendo nel dettaglio della ricerca, nel continente europeo sembra che la minoranza musulmana per il 2050 cesserà d’esser minoritaria e arriverà a costituire un solido 10% della popolazione, che invece è in calo. Contemporaneamente diminuiranno i cristiani europei di ben cento milioni, passando da quota 553 a 454, anche se continueranno prevalentemente a rappresentarne la maggioranza. Le eccezioni, saranno nel Regno Unito, in Francia e in Olanda, dove i cristiani dovrebbero scendere addirittura al di sotto del 50% e in Bosnia-Erzegovina e in Macedonia dove sembra cederanno la maggioranza ai musulmani. Si terrà anche conto che “le migrazioni internazionali rappresentano un ulteriore fattore d’influenza”. In Europa ci si aspetta che “la percentuale musulmana della popolazione cresca dal 5,9% del 2010 al 10,2 % del 2050, [proprio] tenendo conto delle migrazioni”. I dati riguardanti le altre religioni rivelano che gli induisti cresceranno, quasi al passo coi cristiani, del 34% da poco più di un miliardo passeranno a quasi un miliardo e quattro. In aumento anche gli ebrei del 16%, da poco più di 14 milioni nel 2010 passeranno a 16,1 milioni nel 2050, e le religioni tradizionali locali, come quelle africane, cinesi, nativo americane e australiane, cresceranno dell’11%. Stabili i buddisti sembra a causa dei bassi tassi di fertilità e dell’invecchiamento della popolazione in Cina, Thailandia e Giappone. In calo percentuale i “non-affiliati” ad alcuna religione, che includono atei e agnostici, dal 16% del 2010 al 13% del 2050, ma comunque in aumento negli Stati Uniti, e soprattutto in Francia, Nuova Zelanda e Paesi Bassi.