Per capire bene i problemi che l’Italia sta attraversando si deve guardare a 360° in tutta Europa. Esiste nell’eurozona la possibilità che alcuni paesi falliscano, così come stava succedendo alla Grecia (la cui situazione ancor oggi non è assolutamente fuori pericolo) e che si debbano anche ritirare dall’ U.E. Il nostro paese è tra quelli che rischiano quella situazione, anche se ci sono tutti i margini per risolvere la crisi prima del 2014, anno in cui l’Unione Europea richiede all’Italia il pareggio del bilancio. Per sanare questa situazione si chiederà ancora un sacrificio al popolo italiano, innalzando alcune tasse, bloccando le nuove assunzioni, privatizzando e vendendo beni demaniali, tassando i più ricchi e le banche, ma si interverrà ancora sui tagli alla politica ed sui tagli agli sprechi. Siamo già il popolo che paga di più le tasse tra tutti i paesi del mondo se consideriamo il prodotto interno senza i dato riguardante gli introiti del lavoro in nero. La situazione è complicata anche a livello mondiale, tanto che gli Stati Uniti, si trovano in un momento storico surreale , anch’essi sul baratro del “default”, anche se sembra scontato che innalzeranno il tetto del deficit pubblico con una legge ad ok, dopo che democratici e repubblicani si saranno messi d’accordo. Uno stato dei 50 che formano gli USA è formalmente fallito. Il Minnesota da domani non pagherà più stipendi statali poiché ha esaurito il fondi ed ha licenziato tutti i dipendenti pubblici. I cinesi che posseggono 3.200 miliardi di dollari del debito americano pressano perché la situazione non si aggravi. Ma se anche le borse asiatiche dovessero cominciare ad accusare la crisi internazionale? Tutto può accadere se non si rientra in fretta e responsabilmente dei debiti pubblici e se l’economia non inizi un nuovo ciclo a livello globale. Giorgio Napolitano chiede ancora un atto di compattezza al sistema politico italiano, nel quale nonostante i soliti opportunisti ricattatori, molti sembrano aver capito la gravità del momento economico che il paese sta attraversando. Si attende per domani la votazione finale sul decreto legge che ne consentirà la pubblicazione e quindi l’attuazione. I tempi brevi sono un must se si vuole realmente venir fuori dalla crisi economica.
Fabrizio Pace