Multinazionali del terrore (Andrea Morigi)

Piccole grandi verità riassunte in queste pagine. La presa di coscienza che la vera minaccia per l’Occidente non è più il terrorismo,ma il crescente potere economico che l’Islam ha conquistato nel mondo. Vittorio Feltri nella sua prefazione ha introdotto l’indagine su alcuni meccanismi pericolosi,fondati su conti correnti di banche occidentali che finanziano moschee,centri coranici e associazioni benefiche musulmane. Feltri non nasconde la sua preoccupazione per l’Occidente; un Occidente che si è fatto fregare perché ormai obbligato dai meccanismi del capitalismo ad accettare ingenti somme di denaro provenienti dal mondo arabo che penetra sempre di più nei nodi vitali del capitalismo americano ed europeo per condizionarne le scelte e per rifornire le organizzazioni terroristiche. Morigi analizzando i contro e tutti gli aspetti negativi trova una via di fuga seppur palliativa : controlli serrati,progressiva espulsione di finanzieri sospetti,pressioni sui governi arabi per rendere se non impossibili almeno difficili le intromissioni orientali. Ci si chiede come sia stato possibile ritrovarsi in questa condizione. Banale rispondere che sia tutto un giro di potere legato al denaro in qualsiasi sua forma. Banalità però realistica,che affonda le sue radici in vari accordi Americani con l’Arabia Saudita e tra i Sauditi e gli estremisti Islamici. Accordi che inevitabilmente hanno sottomesso l’Occidente. Questa drammaticità dilagante potrebbe lentamente attenuarsi, i mezzi e i modi esistono(trasparenza bancaria ed eliminazione dei paradisi fiscali,potrebbero essere i primi passi dal punto di vista economico)ma l’Islam è l’Islam! Morigi in questo volume ha riportato documenti importanti,e analizza tutto non solo dal punto di vista economico da eccellente esperto,ma anche da uomo con grandi ideali,primo tra tutti l’ideale di libertà : “ideale che può portare persino a far meno affari,ma sarebbe il Grande Affare della nostra vita”(Vittorio Feltri). Introdotti alla lettura la premessa rivela quella che è la situazione odierna: mantenere la costosissima rete terroristica che si estende dall’Indonesia all’Australia,dagli Stati Uniti all’Europa, dall’Africa alla Russia,è impensabile  senza il sostegno e la solidarietà di moschee e centri universitari finanziati a loro volta da Stati, banche e istituzioni del mondo Islamico con l’obiettivo della da’wa:la diffusione della fede. Dopo il congelamento di centinaia di conti correnti risulta evidente non solo il legame tra Stati ed alcune comunità di musulmani in Occidente,ma anche l’esistenza di una struttura funzionale al finanziamento di commerci illeciti,di riciclaggio di denaro e infine al compimento di azioni terroristiche. Le borse ma soprattutto i mercati delle materie prime e dei preziosi consentono di confondere le tracce delle transazioni avvenute. E sono proprio questi i meno trasparenti settori preferiti anche per motivi dottrinali, da tutti gli operatori musulmani. Dopo l’11 Settembre è partita la più grande indagine finanziaria della storia per far luce sugli autori delle operazioni che hanno preceduto gli attentati di Al Qaeda . Ma il groviglio inestricabile di ordini e transazioni ha impedito finora di giungere ad alcuna conclusione. Ogni capitolo di questo libro analizza il business del terrore,partendo dai soggetti che lo compongono (i terroristi che non sono affatto poveri) fino ad arrivare ai mezzi che utilizzano,i giri in cui operano,i sostenitori influenti a cui si appoggiano. Grande Anello di collegamento: Il Corano: “tra violenza e carità”. L’attività criminale infatti si mischia con l’assistenza e i numerosi processi subiti dai dirigenti delle organizzazioni umanitarie di obbedienza islamica testimoniano il clima tenebroso che le avvolge nel complesso. Il terrorismo genera paura e la “beneficienza” tranquillizza, equilibrando così l’immagine violenta dell’Islam nell’opinione pubblica. Sono riportate inoltre liste rivelatrici di uomini da milioni di dollari implicati nella rete degli affari orientali, e molti di loro sono più vicini di quanto pensiamo sia all’Europa che all’Italia nello specifico. Molti degli investimenti infatti sono in Occidente. E la diffusione tramite le moschee “è il nervo della guerra di conquista islamica per arrivare al Dio denaro”,passando dal sistema finanziario intrufolandosi nei conti bancari fino ad occupare terre come la Sicilia(con la storia dell’immigrazione). Le ultime pagine infine sono dedicate ai retroscena riguardanti l’impero di M. Gheddafi. Oro,diamanti,petrolio,droga,banche,telecomunicazioni,informatica,farmaceutici,cinema,televisioni, moschee, in poche parole tutto quello per cui si è vissuto e si vive,sono il patrimonio immenso globale proprio quello per il quale la rete terroristica internazionale ha ucciso e continuerà ad uccidere. A mio parere l’unico interrogativo a tratti arreso e rassegnato che rimane è questo: Tutto questo quando finirà?

Annamaria Milici

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