A quanto pare i dati del rapporto Pendolaria 2014 di Legambiente, i quali forniscono una dettagliata mappa dell’utenza della rete ferroviaria italiana, parlano chiaro: una divisione netta tra incremento e tagli. Se da una parte sono in crescita le offerte legate all’alta velocità (vedi Italo e Freccia Rossa), dall’altra vi è una forte crisi per i treni detti “Regionali”. Da sempre mezzo preferito dai pendolari, adesso si ritrova ad essere vittima dei tagli ai servizi di trasporto locale. A farne le spese proprio la “routine” lavorativa dei pendolari, i quali si son visti sopprimere in maniera permanente le corse alle quali erano fedeli. Un taglio dell’offerta che ha visto un triennio, quello dal 2010 al 2013, del 23% con oltre 75mila pendolari a piedi. Il paradosso posto in evidenza da Legambiente sta nelle prospettive registrate tra il 2009 e 2012, dove i pendolari erano in aumento del 17%, contro un taglio statale sulle ferrovie del 25%, con tanto di aumento del prezzo del biglietto del 20% in Calabria, 47% in Piemonte, +25% in Abruzzo e oltre il 21% in Toscana. Insomma, che sia l’Italia il paese del paradosso, ne avevamo il sentore, ma fino a questo punto?