Itinerari turistici sconosciuti: “ricostruire” il valore storico-artistico della città

Piazza Italia Reggio Calabria
Piazza Italia Reggio Calabria (ph Parisi)

Molto spesso si sente dire che dopo aver visitato il Museo Nazionale della Magna Grecia, a Reggio Calabria non c’è più nulla da vedere. Forse l’incapacità di mettere in rete il nostro patrimonio culturale ha determinato non solo forti limiti allo sviluppo turistico del territorio, ma anche la scarsa conoscenza del nostro patrimonio storico-culturale. Gli esempi sono tanti, ma in questa occasione si è pensato di percorrere un piccolo comparto urbano, con l’intento di tracciare un breve percorso turistico attraverso il quale scoprire un elevato numero di emergenze storico culturali. L’intento è quello di stimolare l’ipotesi di rendere fruibile tale patrimonio per garantire una valida alternativa al visitatore e anche al cittadino che avesse voglia di approfondire conoscenze sulla storia sua città. Mettiamoci in marcia e fermiamoci ad ammirare Piazza Italia, rileggendo un po’ della sua storia che ha origine con le direttive del Piano Regolatore “Mori”, redatto dopo il terremoto del 1783. Per essere più precisi anche prima di questa data l’area dove si trova oggi la piazza, così come lo dimostrano i recenti ritrovamenti archeologici, ebbe diverse funzioni e denominazioni toponomastiche strettamente legate alle vicende storiche della città. L’antico Toccopiccolo del periodo bizantino venne sostituito con le prime denominazioni: piazza dei “Ndagghi”, piazza Mercato, piazza della Cattolica (per la vicinanza con la chiesa distrutta dal sisma del 1783), poi tra il 1810 e il 1860 divenne piazza Gioacchino Murat e con la restaurazione Borbonica prese il nome di piazza dei Gigli (emblema reale) al centro della quale il popolo reggino fece ergere un monumento raffigurante re Ferdinando I, realizzato dallo scultore napoletano Tommaso Solari che venne inaugurato nel 1828. Dopo l’Unita d’Italia la statua borbonica venne distrutta e la piazza prese il nome di Piazza Italia (1860), nel centro della quale nel 1869 venne collocata la Statua dell’Italia, in stile neoclassico, opera dello scultore Rocco Larussa, realizzata in memoria dei caduti durante i moti del 1847 contro il regime borbonico. La scultura in marmo bianco di carrara rappresenta l’Italia nelle vesti di una regina con le trecce sciolte sulle spalle che impugna con la mano destra una spada, mentre nella sinistra stringe una corona di foglie d’alloro. Dopo aver immaginato ad occhi aperti il seguirsi delle vicende storiche e visitato gli scavi archeologici interrati sotto il pavimento, viene spontaneo ammirare i palazzi del novecento che fanno da quinta alla piazza, il palazzo San Giorgio sede dell’amministrazione Comunale, il palazzo Foti, sede dell’amministrazione Provinciale e il palazzo del Governo, sede della Prefettura di Reggio Calabria. I tre edifici si aprono verso la piazza con i loro eleganti ingressi. Ma per capire l’importanza architettonica e il valore di questi palazzi bisogna varcare quelle soglie e scoprire un patrimonio disconosciuto al cittadino e al turista. Palazzo San Giorgio, fu progettato da uno dei più famosi architetti italiani del primo novecento, Ernesto Basile e inaugurato nel 1921 alla presenza del Re Vittorio Emanuele III. L’edificio in stile prevalentemente liberty, nel prospetto principale presenta decori e fregi in stile classico. Nel suo interno si conservano i pregevoli arredi dell’epoca e alcune opere di artisti calabresi. Tra gli ambienti interni merita di essere visitato il Salone dei Lampadari, così chiamato per i preziosi manufatti in vetro di Murano, e la Sala del Consiglio, i cui arredi portano anch’essi la firma di Ernesto Basile. Nella sala si può ammirare il pannello in bronzo raffigurante “I Ricostruttori” realizzato dallo scultore Alessandro Monteleone (1897-1967). Di fronte al palazzo San Giorgio si può ammirare nel suo imponente stile eclettico con prevalenza di fregi, stilemi e decorazioni liberty, il Palazzo della Provincia, progettato dall’ingegnere Gaetano Spinelli e dall’architetto Camillo Autore. L’ingresso porticato è valorizzato dalla presenza delle artistiche cancellate in ferro battuto e dai lampioni art-nouveau posti ai lati della scalinata. Varcato il portone centrale si apre un atrio con una scala monumentale, sul cui pianerottolo è posta un’ara romana rinvenuta durante gli scavi di fondazione dello stesso edificio. Nel Salone del Consiglio si osserva un bassorilievo in marmo bianco, raffigurante la Magna Grecia, realizzato dallo scultore Alessandro Monteleone e ai lati dello stesso si possono ammirare due mosaici realizzati da Alfredo Mori, raffiguranti uno la “Predicazione di San Paolo” e l’altro il “Ritorno dalla battaglia di Lepanto del 1571”. Tra i decori degli ambienti sfarzosamente arredati si può ammirare il mosaico pavimentale di Ugo Ortona e il soffitto affrescato da Orazio Amato, raffigurante “La Città del Sole” di Tommaso Campanella. L’ambiente più elegante del palazzo è la Sala Rossa (intitolata nel 1996 al Monsignor Giovanni Ferro), arricchita da arredi e specchi montati in pregiate cornici. Nel soffitto della sala vi è raffigurata “La Fata Morgana” dell’artista Francesco Galante. Nella sala Presidenziale si può ammirare un dipinto di Giuseppe Benassai raffigurante la “Mietitura in Aspromonte”, e busti marmorei degli scultori Concesso Barca e Francesco Jerace. Tra i due palazzi, del Comune e della Provincia si erge il Palazzo del Governo, progettato dell’ingegnere Gino Zani. L’edificio sorge nello stesso sito in cui prima del terremoto del 1908 si ergeva il Monastero della Presentazione. L’ingresso principale con le sue cancellate in ferro battuto, presenta in facciata decori in stile Liberty e un’articolazione di aperture architravate, il tutto sormontato da un cornicione, nei cui angoli sono sedute delle statue bianche. All’interno del palazzo una scala con ringhiera in ferro battuto in stile Liberty conduce al primo piano dove si apre un salone di ricevimento ornato con stucchi neoclassici e nel soffitto decorato con un affresco del pittore Andrea Alfano raffigurante la “Ricostruzione”. I palazzi di Piazza Italia sono tutti collegati alla ricostruzione della città infatti nelle opere conservata nei loro interni ricorre spesso il questo tema. Piazza Italia e i suoi palazzi rappresentano uno dei percorsi turistico-culturali più importanti della città e non va dimenticato che a pochissima distanza si possono visitare il Teatro Comunale Francesco Cilea e la Pinacoteca, che mettendosi in rete potrebbero fornire un “pacchetto” completo ed esaustivo, indispensabile per far emergere la città attraverso la “ricostruzione” del suo valore storico-artistico.

Antonella Postorino (www.antonellapostorino.com)Metro on the road

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