L’amministratore unico dell’azienda analizza lo stato dell’arte, chiede la modifica dello Statuto del Comune e apre all’azionariato diffuso. Appello alla collaborazione dei creditori. Avviate le verifiche per l’eventuale azione di responsabilità. Un rapporto sullo stato dell’arte della situazione, un appello al Consiglio comunale perché si arrivi in tempi brevissimi alla modifica dello Statuto di Palazzo San Giorgio per ampliare la compagine sociale e un’apertura ai creditori nella consapevolezza che questi ultimi svolgono un ruolo importante nel piano di salvataggio dell’Atam. Attorno a questi punti è ruotata la conferenza stampa che l’amministratore unico dell’azienda, Antonino Gatto, ha tenuto stamani nella sede di Confindustria Reggio Calabria. All’incontro con i giornalisti hanno partecipato il presidente del collegio dei revisori dei conti di Atam, Francesco Perrelli, e il vicepresidente vicario dell’associazione degli Industriali, Valerio Berti. Il professor Gatto ha voluto innanzitutto chiarire che “il riconoscimento, da parte della Regione, di 10,8 milioni di credito vantati dalla nostra azienda non è in sé una soluzione ai problemi. Non si pensi che Atam grondi di risorse finanziarie, perché siamo gravati da una montagna di 30 milioni di debiti che va scalata”. Gatto ha inoltre informato che, su richiesta del Comune, si sta procedendo “a tutti gli accertamenti del caso sui bilanci pregressi per capire come si sia originata questa situazione debitoria; ci è stata chiesta un’indagine conoscitiva ai fini di un’eventuale azione di responsabilità e, a garanzia di tutti, abbiamo conferito l’incarico a una primaria azienda internazionale che si occupa di queste certificazioni. Anche perché un malaugurato epilogo negativo delle sorti dell’Atam potrebbe avere conseguenze dirompenti sul bilancio della città”. Il presidente del Collegio dei revisori, Perrelli, ha ripercorso le tappe della vicenda Atam dall’insediamento della nuova governance a oggi, approfondendo in particolare il “grave disequilibrio dei conti” trovato un anno fa e illustrando la “road map” che è ineludibile percorrere per sperare di salvare l’azienda. Da parte sua, il vicepresidente vicario di Confindustria, Berti, ha spiegato che “gli Industriali sono al fianco dell’Atam. Lo sono, innanzitutto, perché si tratta di un grande patrimonio della città che eroga ai cittadini un servizio essenziale; e in secondo luogo perché si tratta di un’azienda associata, a cui Confindustria fornirà tutto il sostegno necessario, sia in termini di supporto tecnico, sia sotto il profilo delle relazioni istituzionali. Siamo convinti che l’azionariato diffuso non basti; serve una forte azione di supporto della politica cittadina, che è attenta al problema, ma anche degli altri attori territoriali chiamati a essere protagonisti nella Città metropolitana. Per noi – ha concluso Berti – è davvero molto importante che si individui una forma seria di accordo a saldo e stralcio con i principali creditori dell’azienda, così come è molto importante che alla guida dell’Atam ci sia un professionista come Antonino Gatto, che unisce il rigore e la sobrietà del bonus pater familias a una indiscutibile competenza in materia economica”.
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