(DIRE) Roma, 14 Nov. – Figlio di immigrati cubani anti-castristi, conservatore, già sanzionato dalla Russia e dalla Cina, accolto con favore da Taiwan: cenni biografici e note a piè pagina su Marco Rubio, il senatore della Florida scelto da Donald Trump come capo della politica estera USA.
Sintesi del pensiero del futuro segretario di Stato sono state pubblicate oggi dai media di più continenti. A ricordare le sanzioni imposte dalla Russia, nel maggio 2022, e dalla Cina, nell’agosto 2020, è ad esempio l’agenzia di stampa moscovita Tass. Che in un servizio analizza vita personale, carriera politica e posizioni assunte, in particolare sui dossier dei quali Rubio dovrà occuparsi.
Ecco allora luogo e data di nascita, Miami 28 maggio 1971, e poi le lauree in Scienze umane e in Giurisprudenza. Si passa quindi alle scelte politiche. “Rubio ha sostenuto l’operazione militare della Nato in Libia, l’opposizione armata al presidente siriano Bashar al-Assad, l’intervento saudita in Yemen e l’uscita di Washington dall’accordo nucleare con l’Iran” ricorda Tass.
“Non è d’accordo con la soluzione del conflitto israelo-palestinese basata sul principio ‘due Stati per due popoli’ proposto dalle Nazioni Unite e ha accolto favorevolmente la decisione di Trump di riconoscere Gerusalemme come Capitale di Israele”.
Poi, sul conflitto armato in Ucraina: “Dopo l’annessione della Crimea alla Federazione russa nel 2014, Rubio ha più volte rilasciato dichiarazioni dure nei confronti della Russia, chiedendo di interrompere qualsiasi negoziato e di recedere da tutti gli accordi commerciali con Mosca”.
Ancora Tass: “Nel 2022 ha condannato l’operazione militare speciale, pur dichiarandosi contrario agli aiuti militari a Kiev; ha sostenuto che il conflitto in Ucraina debba essere risolto tramite negoziati e si è detto contrario al suo ingresso nella NATO”. A passare Rubio ai raggi X è anche l’emittente britannica BBC, soffermandosi sull’Iran: lo ha definito “regime terrorista”, contro il quale in caso di attacchi Israele dovrebbe rispondere con decisione.
Sullo sfondo il dossier Pechino, che potrebbe risultare centrale se dovesse accelerare lo spostamento del baricentro della politica estera Usa verso il Pacifico. “Ha descritto la Cina come l’avversario più grande e all’avanguardia che l’America abbia mai affrontato” ricorda la BBC.
“E ha anche difeso pubblicamente e con decisione la ‘sovranità’ e la ‘libertà’ di Taiwan”. Si capisce allora come oggi uno dei primi a felicitarsi della scelta di Trump sia stato Lai Ching-te, presidente di quella che Pechino considera tuttora una provincia ribelle.
“Apprezziamo profondamente”, si sottolinea in un messaggio, “il ferreo supporto a Taiwan e l’impegno senza sosta per difendere la libertà e i diritti umani nel mondo”. Le felicitazioni sono atterrate su X, il social media di Elon Musk, nuovo consigliere di Trump. (Dire) 14:38 14-11-24