È scontro anche su ragioni, settore vale 16% PIL Dakar
(DIRE) Roma, 14 Nov. – E’ stato il Senegal a decidere di sospendere gli accordi di pesca con l’Unione Europea, con l’intento di tutelare le proprie risorse, e non il contrario: a sottolinearlo a Dakar sono stati due ministri, a pochi giorni dalla scadenza domenica prossima di un precedente accordo. Le dichiarazioni, informa l’Agence de presse africane (Apa), hanno seguito una comunicazione diffusa martedì dai rappresentanti dell’UE.
Secondo Abdourahmane Diouf, ministro dell’Istruzione superiore, era necessario “ristabilire la verità”. “I nostri amici dell’Unione Europea hanno organizzato una conferenza stampa per dire che hanno deciso di non firmare più gli accordi di pesca con il governo del Senegal” ha ricostruito il dirigente: “Ebbene, è una totale falsità”. La tesi di Diouf è infatti che sia stato il Senegal a prendere l’iniziativa “già da tempo” perché le intese sono dannose per gli abitanti delle località costiere.
A confermare questa linea è stato Fatou Diouf, titolare della Pesca nonché delle Infrastrutture marittime e portuali. “L’accordo scadrà il 17 novembre a mezzanotte” ha sottolineato il ministro. “Da quel momento, nessuna nave europea avrà il diritto di pescare nella nostra zona economica esclusiva”.
L’UE ha sostenuto che all’origine del mancato rinnovo ci sono dubbi sull’efficacia delle azioni di contrasto al contrabbando, al punto che sul tema il Senegal è stato etichettato quest’anno come “Paese non cooperante”. È anche vero però che l’intesa in scadenza domenica, sottoscritta nel 2019, è stata criticata a più riprese. Organizzazioni della società civile del Senegal hanno denunciato un impoverimento degli stock dovuto alla pesca intensiva.
Pesa il rilievo del settore, che vale circa il 16 per cento dell’economia nazionale e che resta comunque segnato dalla presenza e dalla competizione dei pescherecci stranieri, non solo europei ma anche asiatici, in particolare cinesi. Bassirou Diomaye Faye, ex oppositore eletto a marzo presidente del Senegal, ha disposto una serie di verifiche sugli accordi di cooperazione in essere. I controlli riguardano anche la pesca e, secondo il ministro Diouf, non si sono ancora conclusi. (Dire) 13:38 14-11-24