Palmara (RF): “si confonde ruolo politico con ruolo istituzionale”

Da mesi, in ambienti di destra, si vocifera che al Ministero dell’Interno vi sia una certa ritrosia a inviare una commissione d’accesso a Reggio Calabria a seguito dei gravi fatti emersi nell’ambito dell’operazione “Ducale”. A dare conferma e “ufficialità” a queste voci di corridoio è stato proprio il Sottosegretario agli Interni On.le Wanda Ferro che, intervenendo all’evento organizzato dai partiti di centrodestra al Cilea Domenica pomeriggio ha dichiarato che “la politica non deve sostituirsi alla magistratura”, che “noi siamo diversi” e che pertanto lei lavorerà “per far sì che Reggio Calabria torni alla Destra”.

In parole povere ha fatto intendere che la destra tornerà ad amministrare Reggio senza utilizzare gli strumenti che nel 2012 la sinistra utilizzò e che portarono allo scioglimento del Consiglio Comunale. A prima vista un simile ragionamento sembrerebbe plausibile. Ma così non è.

Premettiamo che noi di Reggio Futura siamo da sempre molto critici nei confronti della norma che regolamenta lo scioglimento dei comuni.

Lo eravamo nel 2012 e lo siamo ancora oggi, coerentemente con i riferimenti culturali della destra, a cui ci ispiriamo: noi non sacrificheremmo mai il bene della città per un tornaconto politico, ben conoscendo quali drammatici effetti genera lo scioglimento di un Comune.

Tuttavia, posto che ad oggi la suddetta normativa non è stata in alcun modo riformata, ci si attenderebbe parità di trattamento da parte dello Stato, proprio per sgomberare il campo dal dubbio che la scure dello scioglimento sia in qualche modo connessa a logiche politiche o, ancora peggio, a interessi di partito.

Le affermazioni del Sottosegretario Ferro, inoltre, denunciano una grave confusione tra il ruolo politico che ella riveste e quello istituzionale: il ruolo istituzionale, per di più nel caso di un Sottosegretario di un Ministero così strategico ed importante, non può ammette “oscillazioni” o “discrezionalità” nell’azione di vigilanza del regolare funzionamento degli enti sottoposti al controllo di quel Ministero.

 Tutto quel che di così grave è emerso dalle indagini della Procura nell’Operazione “Ducale”, non può essere sminuito e – in modo molto semplicistico – demandato al verdetto delle urne, che, speriamo, possa comunque dar ragione alle previsioni dell’On. Ferro (sempre che non si voglia giocare a perdere, come già successo nel 2020). Ed è chiaro che tale azione di verifica deve essere svolta nelle competenti sedi di cui proprio Wanda Ferro dovrebbe essere un presidio di garanzia e di legalità.

Va poi evidenziato che l’affermazione fatta dall’On.le Ferro sul mancato invio della Commissione a Reggio (“la politica non deve sostituirsi alla magistratura”) suona ancor più grave se rapportata a come invece il Governo si è posto e comportato per il “caso Bari”: di fronte a fatti di pari rilevanza (se non minore) rispetto alla situazione reggina, si è reputato doveroso inviare la Commissione d’accesso nel capoluogo pugliese, cosa che invece a Reggio, fino ad oggi, non è avvenuta.

E allora ci domandiamo: quali valutazioni ha fatto il Ministero dell’Interno rispetto al capoluogo pugliese? E perché anche in quel caso non si è rimandata alla competizione elettorale la soluzione della vicenda, come parrebbe voglia farsi nel caso di Reggio?

E a voler seguire il ragionamento fatto dal Sottosegretario dovremmo arguire che nel caso di Bari “la politica si sia sostituita alla Magistratura”? Tutto ciò ci lascia perplessi e disorientati. Anche perché, se così fosse, si legittimerebbero i dubbi sbandierati dalla sinistra, allorquando ha accusato il Governo Meloni di voler colpire il Sindaco Decaro (il quale, tra l’altro, ha definito l’ispezione disposta dal Ministero dell’Interno “un atto di guerra”).

Ma questa occasione ci è anche utile per rammentare all’On. Wanda Ferro che le affermazioni cui si è lasciata andare non sono affatto coerenti con quanto ha più volte asserito Giorgia Meloni: la leader di Fratelli d’Italia, infatti, nell’affermare la sua disponibilità a riformare la legge sullo scioglimento dei Comuni, ha sempre precisato che, comunque, non avrebbe mai fatto “due pesi e due misure” nell’applicazione della normativa ancora vigente. E invece, non inviando la commissione a Reggio si applicherà il “due pesi e due misure” rispetto a ciò che è successo pochi mesi fa a Bari, ma anche rispetto a ciò è successo a Reggio stessa nel 2012.

Da ultimo, quando l’On.le Ferro, sempre riferendosi ad altra indagine giudiziaria reggina, cita “i morti che hanno votato”, vorremmo ricordarle che anche quest’altra vergognosa vicenda non ha avuto alcuna attenzione da parte dell’Organo che lei rappresenta. Cosa questa che ha ingenerato nella popolazione reggina una ulteriore perdita di fiducia nelle istituzioni.

Perdita di fiducia che oggi, di fronte al mancato invio della commissione d’accesso, rischia di crescere ancor di più. E in questi casi, chi trae maggiore beneficio dalla sfiducia dei cittadini nelle istituzioni, purtroppo, è sempre la criminalità con il suo ruolo da anti-Stato. Lo evidenziamo così, giusto per rammentarlo a chi afferma che “sul tema della criminalità non accetta lezioni da nessuno”.

Il Presidente – avv. Italo Palmara

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