(DIRE) New York, 23 Ott. – (di Sara Calabria) A meno di due settimane dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, la sfida tra Kamala Harris e Donald Trump è ancora aperta. A far pendere definitivamente l’ago della bilancia a favore dei democratici o dei repubblicani non è stato sufficiente il dibattito televisivo del mese scorso tra i due candidati in corsa né quello, più recente, tra i loro vice J. D. Vance e Tim Waltz, rispettivamente senatore repubblicano dell’Ohio e governatore democratico del Minnesota, ma neanche i recenti rallies (soprattutto nei cosiddetti “swing States”, gli Stati “indecisi”, tradizionalmente in bilico), le interviste nel corso dei podcast più gettonati o la presenza (o l’assenza, come nel caso di Harris al gala dell’arcidiocesi di New York) agli eventi di beneficenza sembrano aver sortito gli effetti sperati.
Chi vincerà le presidenziali americane? Mentre il testa a testa tra i candidati continua, e sui media statunitensi la sfida tra l’ex procuratrice californiana e il magnate originario del Queens tiene banco, il marketing ha già vinto la sua personale battaglia. Quella a colpi di gadget. Un’atmosfera particolare si respira infatti per le strade e tra i negozi illuminati al neon nel cuore turistico della città dove, giorno dopo giorno, è tutto un fiorire di oggetti dedicati alla corsa alle presidenziali. Adesivi, cappelli, occhiali, targhe, portachiavi, occhieggiano sugli scaffali dei negozi – e,
spesso, anche all’esterno, su tavolini improvvisati, posti direttamente sui marciapiedi. Qui sorrisi, battute e dichiarazioni di voto, fatte dai venditori per catturare l’attenzione dei turisti, non mancano: nella città “che non dorme mai”, anche le elezioni del prossimo 5 novembre diventano un business da non lasciarsi scappare.
Qualche giorno fa, in Upper West Side una postazione di volontari a favore di Harris chiedeva donazioni ai passanti che affollavano Broadway, una delle arterie principali del quartiere, in cambio di spillette tonde pro-Kamala. E nelle settimane scorse, montata sul tetto dei taxi gialli in giro per la città, al posto delle tradizionali pubblicità è comparsa spesso l’esortazione a registrarsi per il voto. Dalle bancarelle allestite vicino a Columbus Circle, a un passo da Central Park, fino ai negozi di Chinatown, a sud di Manhattan, da settimane fanno bella mostra cappelli da baseball di un sobrio ed elegante blu scuro o, viceversa, di un abbagliante bianco candido con la scritta “Kamala” stampata al centro, t-shirt con il suo volto sorridente o iconiche targhe automobilistiche gialle e blu dell’Empire State, lo Stato di New York, con il nome di Trump impresso a lettere cubitali.
C’è poi una versione in rosa del cappello di Kamala, dedicata al pubblico femminile, particolarmente sensibile al richiamo di Harris; e ancora il cappello da baseball “Fight!” che riprende l’escalamazione di Trump dopo l’attentato da lui subìto l’estate scorsa a Butler, in Pennsylvania o il classico, rosso “Maga” hat 2024 (acronimo di Make America Great Again) indossato spesso dal tycoon, dalla cui visiera spunta una folta criniera di capelli indomabili. Insomma, la sfida continua, ma il marketing ha già vinto. (Est/Dire) 08:01 23-10-24