Montagna. Uncem: scenderemo in piazza contro fuga banche da territori

Bussone: preoccupante che Ceo non rispondano a sindaci arrabbiati

(DIRE) Roma, 19 Set. – “Siamo preoccupati, ormai da anni, per la chiusura degli sportelli bancari sui territori”. A ribadirlo è Marco Bussone, presidente dell’Uncem, l’Unione nazionale comuni comunità enti montani. Che spiega: “Solo le Bcc, le Casse di Risparmio rimaste e le Poste restano. Ma ‘le grandi’ se ne vanno. Decidono unilateralmente di sbattere la porta in faccia a sindaci e comunità. Alle nostre lettere, il ceo di Intesa San Paolo, Carlo Messina, in merito a chiusure, eliminazioni di bancomat, disservizi, non risponde. Da due mesi lo sollecitiamo”. Bussone ritiene “gravissimo, preoccupante, che i ceo delle banche non rispondano ai sindaci, ai territori, alle comunità, all’Uncem. Non è ammissibile. E scenderemo in piazza. Con i sindaci arrabbiati per le chiusure. Che non sanno con chi parlare.

E dunque porteranno i cittadini, ancora una volta, in piazza. Davanti alle filiali. Anche incatenandosi. Perché la chiusura delle banche nei piccoli Comuni è un fatto politico”. La chiusura degli sportelli bancari “ha effetti sul tessuto economico e sociale dei nostri territori- prosegue il presidente dell’Uncem – non accettiamo risposte sulla bontà dell’home banking. Lo usiamo tutti e ne sappiamo la rilevanza. Ma peraltro, anche laddove il digital divide è ancora forte, come nelle Alpi e negli appennini, non è la risposta vera. È una distrazione rispetto al problema. Le banche che se ne vanno abbandonano pezzi di territori sbattendo le porte in faccia alle comunità e ai correntisti, ai sindaci e alle imprese”. E conclude: “Messina, e non solo, dia risposte vere. Scopra le carte. E la politica, i partiti tutti, le istituzioni agiscano per frenare la spoliazione, d’intesa con i lavoratori, i sindacati, gli amministratori locali”. (Pma/ Dire) 18:02 19-09-24

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