Etiopia, la scuola italiana scommette sul futuro

Roma, 6 Set – Informatica e telecomunicazioni: è il nuovo indirizzo di studi superiori al via questa settimana alla Scuola statale italiana di Addis Abeba “Galileo Galilei”. A riferirlo all’agenzia Dire è la preside, Marina Venturella. Le lezioni dell’anno 2024-2025 sono cominciate nell’istituto lunedì, alle otto di mattina. “Abbiamo una classe prima del nuovo corso di scuola secondaria di secondo grado con il nuovo indirizzo tecnico” conferma Venturella. Cinquantaquattro anni, palermitana, una vita per l’insegnamento, la dirigente è nella capitale etiopica dal 2023. “Questo Paese ha tanta manodopera non qualificata”, sottolinea, “e invece quello che serve sono tecnici e professionisti specializzati”. Qualche mese fa della Galilei aveva parlato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ricordando una sua visita ad Addis Abeba risalente all’aprile 2023. “E’ stata una delle emozioni più belle dell’ultimo anno”, aveva detto.

L’occasione era stata una conferenza stampa con i giornalisti e in particolare una domanda sul Piano Mattei che sarebbe stato poi presentato al Senato a Roma in occasione della Conferenza Italia-Africa. “Quello che va fatto nel continente”, aveva detto Meloni, “è difendere il diritto a non dover emigrare prima del diritto a poter emigrare”. Si riparte anche da queste parole con Venturella, in Etiopia dopo aver lavorato a lungo nella periferia di Palermo, ora responsabile di una scuola di riferimento con oltre 900 alunni di età compresa tra i tre e i 19 anni. “E’ importante che Meloni si sia espressa così in risposta a una domanda sul Piano Mattei” sottolinea la preside.

“Le sue parole fanno presagire che il governo italiano, all’interno di questa iniziativa o come suo corollario, si occuperà anche di formazione; ai nostri alunni ho detto che ci piacerebbe che gli studi nella Scuola italiana permettessero di aprire orizzonti e possibilità, con nuove idee e competenze da mettere al servizio della crescita sociale del Paese dove vivono”. Ad ascoltare, in otto casi su dieci, sono giovanissimi etiopi, a volte figli di coppie italiane ed etiopi. “Dalla sua fondazione nel 1954, che era seguita alla Seconda guerra mondiale e alla fine del colonialismo mussoliniano, la Scuola è cambiata molto” conferma Venturella.

“In principio c’era anzitutto il legame con la comunità italiana che viveva qui, nella prospettiva di dare continuità alle radici linguistiche e culturali dei figli degli italiani residenti; poi l’utenza è mutata e oggi l’istituto punta non solo a mantenere i rapporti con le radici ma si inserisce nel sistema della formazione italiana nel mondo”. Basta guardare la mappa del complesso, in via Belay Zeleke, nel centro di Addis Abeba: l’una accanto all’altra ci sono la scuola dell’infanzia e l’Istituto italiano di cultura, con gli alunni invitati a iniziative e incontri, come ad esempio la Settimana italiana del cinema. E il nuovo indirizzo di studi, su informatica e telecomunicazioni? “E’ stato caldeggiato da Meloni, quando è stata qui” sottolinea la preside.

“A dicembre è arrivato poi in visita il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara, che ha stretto un accordo bilaterale con la controparte etiope in particolare per la formazione tecnica e gli istituti tecnici superiori: credo che il governo italiano abbia intenzione di focalizzarsi sulle opportunità di specializzazione da creare sul posto”. Anche i professori e gli alunni del “Galileo Galilei” guardano al futuro. Da qualche tempo quelli dell’indirizzo ‘Costruzione, ambiente e territorio’ stanno sperimentando nel compound scolastico e nelle sue vicinanze tecnologie innovative per il rilevamento topografico, un’attività che in Etiopia è da sviluppare.

“Siamo stati appena contattati da un museo per un possibile accordo sull’alternanza scuola-lavoro per gli studenti” riferisce Venturella: “Ci chiedono di contribuire alla mappatura di alcune zone di valore archeologico, in aree di difficile accesso”. Un’ultima domanda riguarda gli sbocchi professionali. “Teniamo molto all’orientamento in uscita, perché non vogliamo che i risultati si disperdano” risponde Venturella. “I diplomati dello scorso anno del liceo in Scienze umane hanno proseguito per l’università iscrivendosi tutti, con l’eccezione di un solo studente, in atenei italiani ed europei, statunitensi o canadesi”. L’augurio è che sia una buona notizia per l’Etiopia, senza perdere di vista il “diritto a non dover emigrare”: per chi parte, per chi resta e per chi torna.
(Vig/Dire) 10:01 06-09-24

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